NoiAltri, per dire no al razzismo
di avs

Razzismo, ritardo culturale o analfabetismo di ritorno? Su proposta della Cisl provinciale, per discutere di immigrazione, Vobarno ci prova con gli occhiali dell'antropologia culturale.

 
«Lei mi chiede se il razzismo o l’intolleranza nascono dalla paura del diverso? Non credo che il problema sia da porre in questi termini. Gli stili di vita diversi non sono mai stati una novità da noi e c’è semmai da chiedersi se tutti quanti siamo mangiatori di polenta e se parliamo solo il dialetto. Penso invece che stiamo scontando un ritardo culturale che ci porta solo ora a considerare l’immigrazione come un fenomeno contingente, anziché passeggero. Nel frattempo è successo che l’immaginario collettivo non si forma più nelle parrocchie, a scuola o nelle sedi di partito: oggi fanno presa la Tv, gli affabulatori e i comizianti, che sanno padroneggiare tecniche persuasive efficaci. Il risultato di tutto questo è che stiamo vivendo una sorta di schizofrenia culturale: viviamo in un contesto e ce ne figuriamo un altro. Se c’è una paura da avere oggi è quella nei confronti di chi utilizza la paura per costruire il consenso. E’ un gioco pericoloso e ci stiamo già rimettendo tutti quanti».
 
Riassunto all’osso e con molte semplificazioni, ecco il parere espresso da Anna Casella Paltrinieri, docente di Antropologia culturale alla Cattolica di Brescia, quando è stata sollecitata a leggere la realtà valsabbina legata al fenomeno dell’immigrazione.
Una realtà che è per altro simile a quella del resto della provincia e almeno della Lombardia.
 
Anna Casella ha partecipato sabato scorso alla tavola rotonda organizzata dalla Cisl di Brescia per affrontare la pessima abitudine di considerare il fenomeno dell’immigrazione partendo sempre dal presupposto che ci sia un “noi” e che siano gli “altri”.
“NoiAltri, per dire non a razzismo e intolleranza” era il titolo-slogan.
 
Attorno al tavolo si sono seduti anche la responsabile provinciale Cisl per le problematiche di immmigrazione e lavoro Giovanna Mantelli, che ha introdotto la serata; Renato Zanca che è l’Amministratore delegato di Mesdan (azienda di Puegnago che produce automatismi per il settore tessile), presente nel ruolo di rappresentante dell’Associazione industriali bresciani, che ha dimostrato numeri alla mano come non si possa fare a meno della forza lavoro garantita dall’immigrazione.
 
C’era il presidente della Conferenza dei Sindaci in seno al Distretto 12 Ivan Felter, che parlato dell’impegno delle istituzioni valsabbine ricordando il notevole contributo da parte dell’Asl, ed il segretario generale della Cisl di Brescia Renato Zaltieri.
Il giornalista Ubaldo Vallini, il nostro direttore, è stato scelto per il ruolo di moderatore degli interventi.
 
Tutto pieno il teatro vobarnese, sede dell’incontro. Peccato che a cercare di capire cosa sta accadendo ci fossero quasi solo gli immigrati, a parte il sindaco di Vobarno Carlo Panzera, alcuni esponenti del mondo sindacale e pochi altri.
“E’ innegabile che con la crisi che stiamo vivendo a rischiare di più siano gli immigrati, lo dicono i dati della disoccupazione che a fronte di una media provinciale ferma al 4,5% quella che riguarda i lavoratori di origine straniera è al 13%, il doppio che nel 2008, il triplo che nel 2007” ha detto Renato Zaltieri, che ha invitato tutti a considerare quello dell’immigrazione un fenomeno che ha messo a nudo problemi strutturali che già avevamo e che non abbiamo mai saputo affrontare: “Lo dobbiamo fare ora avendo la pazienza di sederci ed esaminare ogni cosa senza barriere ideologiche e soprattutto con buon senso”.
 
100419immigrati.jpg