Col bagòss in laboratorio
di val.

Un'equipe di esperti ha condotto un'indagine sui rischi batteriologici del bagòss. I risultati oggi in un convegno a Bagolino.

 
Il timore era che la lavorazione tradizionale del latte crudo per farne dell’ottimo bagòss o burro artigianale di montagna, non fosse sufficiente a contrastare la presenza di microorganismi patogeni eventualmente presenti al momento della mungitura.
Per questo motivo la Cooperativa Valle, che riunisce la quasi totalità dei produttori del mitico formaggio, ha chiesto al Reparto di Microbiologia e Parassitologia degli Alimenti dell’Istituto sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna di procedere ad un’apposita sperimentazione.
 
Lo studio è durato più di un anno ed i risultati saranno resi noti agli allevatori che aderiscono al sodalizio presieduto da Francesco Stagnoli in una riunione che avrà luogo oggi dalle 10.30 alle 12.30 nella sala consiliare del municipio bagosso.
Per l’occasione, sarà presente il dottor Paolo Boni, responsabile del laboratorio emiliano che per meglio comprendere il fenomeno ha provato a contaminare il latte destinato alla caseificazione con una sospensione costituita da tre ceppi per ciascuno dei microorganismi studiati (Listeria monocytogenes, Salmonella typhimurium, Escherichia coli O157:H7 e Staphylococcus aureus).
 
Latte che è stato poi trasformato e stagionato secondo le modalità previste dalla tecnica tradizionale. I dati emersi permetterebbero di sostenere la sicurezza alimentare del Bagòss e la sua capacità di contrastare i microrganismi patogeni eventualmente presenti nel latte all’origine o frutto di contaminazione ambientale.
Per questo motivo, almeno secondo quanto trapelato sinora, parrebbe che la degustazione del celebre formaggio faccia proprio bene al palato.
 
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