Più sicurezza per pedoni e ciclisti
A margine dell'inesuaribile dibattito sulla viabilità valsabbina, da Collio di Vobarno arriva un appello per la sicurezza di pedoni e ciclisti.


A margine del grande e purtroppo inesauribile dibattito sulla viabilità valsabbina, da Collio di Vobarno arriva un appello per la sicurezza di pedoni e ciclisti.
Il problema viene evidenziato da Gilberto Salvi, il quale abita con la famiglia in quella che lui definisce una «zona franca» situata tra la rotonda di Collio e la galleria della Corona, al confine con Roè Volciano.
«Nessuna polemica - esordisce Salvi nella lettera inviata al sindaco Carlo Panzera - ma solo una segnalazione. Io abito al 78 di via Provinciale, nell’unica abitazione posta tra rotonda e galleria. Il mio disagio, che non è solo mio, è questo: ho moglie e 2 figli piccoli, e per dirigerci a piedi o in bicicletta verso Vobarno non possiamo usare la carreggiata di destra; perchè non ha marciapiede».
«Usiamo allora il ciglio della strada a sinistra - prosegue -. Ma poi si arriva all’altezza della rotonda, e i mezzi pesanti diretti verso Roè, affrontando il rondò scendono spesso dal ciglio strada: a quel punto, per passanti e ciclisti non c’è protezione. E appena oltre la rotonda, in direzione del ponte, si assiste all’assurdo: un pezzo di guard rail protegge il ciglio della strada solo parzialmente, con la parte finale che, anziché innestarsi sul piccolo marciapiede del ponte, ne chiude l’entrata, obbligando pedoni e ciclisti a scendere in strada per poterlo imboccare».
Tra l’altro il marciapiede è invaso da cartelli stradali ad altezza di pedone, pericolosi per chi ci passa. «Non bastasse tutto ciò, oltre il ponte non ci sono strisce pedonali per attraversare la strada sull’incrocio tra la via per Pompegnino e via Sottostrada, per Vobarno e per il Centro sportivo».
Stesso discorso per la strada che, oltre la rotonda, punta su Collio: «Non esiste marciapiede, ed è necessario camminare in strada - continua Salvi -. Io abito qui, e lo vedo: non sono pochi i pedoni e i ciclisti che percorrono questo tratto. E tanti di loro usano il vecchio tracciato, oggi chiuso, entrando da un buco nella recinzione, rischiando di ricevere sassi in testa dall’instabile versante della montagna».
Per concludere, secondo Salvi questa non è una zona franca di cui ci si deve disinteressare: «Dopo la galleria c’è ancora un pezzo di Vobarno, con gente che frequenta la parrocchia di Collio e con studenti delle elementari e delle medie che non usufruiscono del servizio scuolabus. Ci sono poi tanti ciclisti che, terminata a Roè la pista ciclabile, devono usare la provinciale per raggiungere Vobarno.
Ma, col traffico in continuo aumento, è quasi impossibile immettersi in strada». Salvi ha segnalato la situazione alla Provincia, e il Broletto ha risposto che in questo caso la competenza è del Comune. «Allora ho girato la richiesta al sindaco, dal quale avrò certamente risposte confortanti e, spero, risolutive».
Massimo Pasinetti
Da Bresciaoggi
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