Il Canto della Stella
di Ubaldo Vallini

Il canto della stella non č una tradizione solo valsabbina, ma č soprattutto in Valle Sabbia che viene praticato

Non č una tradizione solo valsabbina, ma soprattutto in Valsabbia viene praticata, raggiungendo la sua massima espressione con l’esecuzione del coro Rosignolo nelle vie di Vobarno. E’ il canto della Stella, che nella notte fra il 5 ed il 6 gennaio risuona in ogni contrada, dal Caffaro a Vobarno, senza tralasciare le valli laterali ed escludendo solo Bagolino, universo di tradizioni particolare dove in questo periodo giŕ pensano soprattutto al Carnevale.

Un gruppo di cantori, con mantello e cappellaccio nero, quando la sera si fa buia si riunisce all’inizio del paese e comincia a cantare, accompagnando per le vie una stella costruita artigianalmente ed illuminata da dentro, quasi sempre in grado di girare su se stessa durante l’esecuzione del canto e che simboleggia il viaggio dei Re Magi venuti dall’Oriente per adorare Gesů.

“Noi siamo i tre Re...”. Comincia cosě il testo piů diffuso, ma non mancano numerose eccezioni. Il canto di Capovalle, ad esempio, č moto diverso dagli altri tanto che uno molto simile lo si ritrova solo a Molfetta in provincia di Bari, mentre quello che risuona nel Savallese, fra Mura, Casto e le sue frazioni, sembra derivare dal tedesco ed ha per titolo “Lode sopra i tre Magi”.

Un tempo il gruppo di cantori veniva seguito da un carro sul quale trovava posto una damigiana che veniva riempita di vino dai compaesani e serviva ad “annaffiare” corposamente l’abbondante tiragna che veniva cucinata a notte fonda o nei giorni seguenti, ora spesso le offerte sono in denaro ed il ricavato viene devoluto in beneficenza.

Dettagliate informazioni su questa particolare tradizione valsabbina sono state raccolte da Giuliano Grasso e Fabrizio Galvagni in un libretto allegato ad un Cd contenente ben 12 versioni del canto, un progetto della Compagnia delle Pive di Vobarno prodotto dall’associazione Barabŕn nel ’98.

A Vobarno sono ben sei i gruppi tuttora attivi: uno per il capoluogo e gli altri per le frazioni, compreso quello di Pompegnino, formato da giovani che eseguono un canto recente e da loro inventato.

Nel centro valsabbino la tradizione si manifesterŕ in grande stile, con partenza dalla Casa di Riposo alle 17 e 30 col solo coro Rosignolo, al quale si aggiungeranno, da Piazza Ferrari alle 18 e 25, gli altri gruppi sostenuti per l’organizzazione logistica da numerose associazioni vobarnesi. Canteranno in coro una trentina di volte, alternando l’esecuzione dell’inno alle soste con brulč, l’ultima delle quali a mezzanotte al Centro sociale dove i volontari avranno preparato per l’occasione una colossale polenta tiragna.

Un’impresa faticosa. Come assicura lo storico Galvagni scrivendo che “alcuni gruppi in certi anni sono arrivati (e arrivano) a ripetere il canto anche settanta, ottanta volte, visitando le contrade piů sperdute e terminando quando ormai cominciava ad albeggiare”.
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