Ospedali chiusi, è l’ora delle scelte

Al dibattito svoltosi nel salone del Centro sociale «I pini» di Salò, organizzato dalla Spi Cgil, gli interrogativi maggiori hanno riguardato il futuro della sanità sull’Alto Garda. Ridotto l’ospedale di Salò a una «scatola» sostanzialmente vuota, chiuso il Santa Corona di Fasano, la zona dell’alto e medio lago di Garda si trova priva di ospedali. Il tutto mentre, sostiene il sindacato dei pensionati, le decisioni vengono rimandate, e anche l’adeguamento di Gavardo, l’unico vero ospedale della zona, suscita interrogativi.
I relatori (Fausto Beltrami, Giuseppe Gambarelli, Ernesto Cadenelli, Donatella Cagno) hanno parlato della situazione attuale, e della mancanza di prospettive.

L’OSPEDALE DI SALÒ, svuotato di tutti i reparti, ospita soltanto gli ambulatori. Il S.Corona di Fasano, chiuso dal 24 novembre 2004, la notte del terremoto, non ha più riaperto. Entrambe le strutture sono state sottoposte a interventi di consolidamento statico, spendendo i contributi ricevuti dalla Regione. Ma per ospitare poi che quali servizi? Un interrogativo che resta da tempo, troppo ormai, senza risposta.
Ecco che a preoccuparsi sono ora i pensionati associati allo Spi Cgil. E per un motivo ben preciso: la disponibilità di servizi sanitari riguarda, eccome, la popolazione anziana.
È stato detto che le località dell’Alto lago continuano a invecchiare. Gargnano, ad esempio, è al 12° posto tra i 206 paesi della provincia, e Salò al 14° (2.750 dei 10mila residenti hanno superato i 70 anni). Luoghi di anziani, che richiederebbero un’assistenza adeguata. E invece si tagliano i posti letto, e si chiudono i reparti.

«SEMBRA CHE A FASANO il Santa Corona, proprietà del Civile di Brescia, sia in vendita, anche se il comune ha approvato il mantenimento del vincolo - hanno ricordato i sindacalisti-. A Salò l’ultima ipotesi, fatta dal sindaco uscente Giampiero Cipani, e recepita nel Piano di governo del territorio, parla di cedere metà dell’edificio per reinvestire il ricavato in servizi sanitari. Noi sollecitiamo proposte da parte degli organi dirigenti. Vogliamo discutere su fatti concreti. Ci sembra che la situazione attuale, di assoluto stallo, non sia più sostenibile. Le risorse recuperabili a Salò e Fasano non devono essere dirottate su altre priorità, ma finalizzate a rafforzare la sanità pubblica nel territorio».

Questo alcuni punti indicati dalla Cgil per il rilancio dell’Alto Garda e della Valle Sabbia.
All’ospedale di Gavardo, dove sono iniziati i lavori di ampliamento, occorre accelerare le procedure e realizzare un vero dipartimento di emergenza, con personale e mezzi, «evitando scorciatoie come la scelta recente di appaltare gli infermieri della rianimazione».

Va riqualificata la rete territoriale dei servizi dell’Asl e dei poliambulatori, in modo da garantire le attività diagnostiche e rendere meno disagiato lo spostamento degli utenti. Bisogna garantire la riabilitazione pubblica, considerato l’invecchiamento della popolazione (il passaggio in toto al privato ha provocato un aumento di costi), e potenziare il dipartimento di salute mentale. Si attendono le risposte.

 

Sergio Zanca da Bresciaoggi

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