10 Giugno 2009, 21.15
Idro Bagolino Anfo
Anguille

Dai Sargassi all'Eridio

di Ubaldo Vallini

Alla fine sono risultate essere veramente poche le anguille morte nel lago d'Idro in occasione della "semina" avvenuta alla fine di maggio.

“Alla fine ne sono state trovate morte solo una sessantina e riteniamo che si sia trattato di un rapporto di mortalità del tutto insignificante”.
Caso chiuso quello che riguarda la moria di anguille nel lago d’Idro.
Ne avevamo riferito nei giorni scorsi, all’indomani della cospicua “semina” da parte del servizio di Caccia e Pesca della Provincia di Brescia di esemplari provenienti dalle foci del Rodano.
Alcuni di questi pesci serpentiformi, capaci di adattarsi in pratica ad ogni latitudine sia in acqua salmastra sia in acqua dolce, erano stati rinvenuti morti nei pressi dei due punti di immissione, a Pieve di Idro ed in prossimità del molo di Ponte Caffaro.

Sopralluoghi della Polizia provinciale
Nei giorni successivi la vicenda è stata chiarita, anche se saranno le analisi approfondite disposte dall’Asl su alcuni campioni che sono stati inviati all’Istituto Zooprofilattico ad indicare la soluzione definitiva.
Abbiamo fatto il punto della situazione con l’aiuto di Sauro Benvenuti, responsabile dell’ufficio pesca provinciale: “Gli agenti del servizio Caccia e Pesca della Polizia provinciale hanno voluto vederci chiaro, con ripetuti sopralluoghi che sono avvenuti nei giorni immediatamente successivi alla semina. Il due giugno da terra, lungo le sponde, e sono stati ritrovati una quindicina di capi morti. Il giorno dopo in modo più accurato, a bordo di un natante, e gli esemplari recuperati senza vita sono stati una cinquantina – ci ha detto l’esperto -. Poiché le anguille immesse complessivamente ammontavano a circa 12.500 unità, è la corrispondenza di cinque quintali, è assai probabile che si sia trattato di una fatto del tutto fisiologico, oltre che marginale. Dovuto forse allo stress da viaggio”.
 
Tutte nate nel mar dei Sargassi
E che viaggio. Non tutti lo sanno, infatti, ma al pari di tutte le loro “sorelle” anche le anguille immesse nel lago d’Idro sono nate nel mare dei Sargassi, al largo della costa messicana.
Prima di essere catturate alle foci del Rodano, dunque, hanno nuotato per un paio d’anni almeno attraversando Atlantico e Mediterraneo. “Una delle difficoltà legate al ripopolamento delle angulle è proprio questa – chiarisce Benvenuti -. Non sappiamo bene ancora il perché, ma non è possibile la riproduzione in allevamento e per fare fronte ai piani provinciali bisogna necessariamente catturare quelle nate oltreoceano quando arrivano da noi, di solito nel fiume francese o in Marocco. Il 30 maggio scorso, giorno della semina, se n’erano rese disponibili nel Rodano otto quintali e mezzo e il vincitore dell’appalto le ha fatte trasportare con un camion fino a da noi: cinque quintali sono state liberate nel lago d’Idro, completando il programma annuale stabilito dalla Provincia con delibera di Giunta, i rimanenti 3 quintali e mezzo sono stati immessi nel Garda”.

Semina in tutte le acque della Provincia
All’inizio di maggio la giusta quantità aveva trovato la strada del lago d’Iseo e manca ancora di completare la “semina” del Benaco e di alcuni fiumi. In tutto sono circa 38 i quintali di “ragani” che ogni anno vengono immessi nelle acque bresciane. Così vengono chiamate le “anguillotte” di due o tre anni che hanno giusto attraversato i mari e si accingono a risalire i fiumi che si gettano nel Mediterraneo: a quell’età, per farne un chilogrammo, ce ne vogliono in media 25.
Tutto qui, insomma.
Quelle anguille non sono certo morte a causa dell’inquinamento ambientale, come decessi di massa avrebbero potuto far ipotizzare. Del resto proprio quest’anno tutte le 17 spiagge di Idro, Anfo e Ponte Caffaro, vengono ritenute balneabili.
Così, dopo anni di bagni vietati, con la nuova “performance” ecologica dovuta essenzialmente ad una diversa classificazione “provvisoria” delle acque, insieme alle anguille dei Sargassi potranno tuffarsi anche gli esseri umani.


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