«Serve più sensibilità»

Da vent’anni le guardie ecologiche volontarie sono un punto di riferimento per l’ambiente in Valle Sabbia.
Dall’orto da coltivare per i bambini della scuola materna di Pertica Bassa al monitoraggio sulla qualità dell’acqua nei torrenti per i bambini della scuola primaria di Agnosine, agli alunni della classe quinta della scuola primaria di Roè Volciano, che dopo le uscite sul territorio, visto dal vivo il maltrattamento che subisce il suolo per il continuo abbandono di materie inquinanti, hanno scritto al sindaco: «Noi avremmo deciso di adottare un pezzo di territorio, però non basta. Ci vuole l’impegno di tutti i cittadini, ed il suo intervento, per mantenere l’ambiente nel suo stato naturale».

L’azione educativa delle Gev ha raggiunto nel 2006 anche altre scuole: le primarie di Lavenone, Treviso Bresciano, Pertica Bassa, Sabbio Chiese e Gavardo: «Tra le cose più importanti di cui ci occupiamo - spiegano le guardie - non c’è solo l’esplorazione del territorio per la sua tutela, protezione e salvaguardia, ma soprattutto l’opera di educazione ambientale che, a richiesta, forniamo alle varie scuole del territorio».

Questo si traduce non solo nella lezione in classe: «Gli incontri con i bambini si articolano in una iniziale discussione sull’argomento scelto, e successivamente in uscite sul territorio per far conoscere le problematiche del territorio. Tutto questo stimola i ragazzi a riflettere, alla ricerca di metodi positivi di approccio alla natura».
Alla materna di Pertica Bassa, bambini, maestre e personale sono stati coinvolti nella coltivazione di un orto partendo dalla presentazione delle varie sementi per arrivare alla preparazione del terreno ed alla semina: «Il nostro obiettivo è far capire ai bambini che la vita è fatta di una ragnatela di relazioni, e che non è l’uomo che ha tessuto questa trama.
Egli è solamente un filo. I piccoli devono capire che l’uomo è una componente come tutte le altre, e deve rispettare le regole della natura.
Proprio quel che oggi non sta facendo, sulla strada della sua stessa distruzione».

m.pas. da Bresciaoggi

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