20 Marzo 2009, 00.00
Odolo
Donatori

Gli ultimi quarant'anni dell'Avis odolese

di Ubaldo Vallini

“Avremmo voluto festeggiare i primi quarant’anni della nostra associazione in un modo diverso, magari rilanciandola in direzione di ulteriori traguardi. Invece no. Succederŕ che non faremo piů prelievi, non qui almeno”.

“Avremmo voluto festeggiare i primi quarant’anni della nostra associazione in un modo diverso, magari rilanciandola in direzione di ulteriori traguardi. Invece no.
Succederà che non faremo più prelievi, non qui almeno”. Adele Caini, presidente della sezione Avis Odolo-Preseglie, ha avuto modo di esprimere tutta la sua amarezza in occasione dell’ultima assemblea del sodalizio.
“Con la campagna di prelievi fatta a gennaio qui a Odolo abbiamo finito – ci spiega -. Per il 19 di aprile avremo a disposizione uno spazio provvisorio nel Centro Servizi di Preseglie, se risulterà idoneo anche per l’Asl. Peccato, perché dopo anni trascorsi fra le deroghe, qui nella nuova Casa delle Associazioni finalmente avevamo trovato il modo di organizzarci”.

Poi aggiunge: “Spiace constatare come a Odolo non si comprenda quanto sia importante il lavoro di una sezione Avis: i prelievi periodici fanno da monitoraggio dello stato di salute della popolazione, permettendo prevenzione e promozione di stili di vita sani con innegabili ricadute positive sul territorio. Lo sanno tutti”.
L’ammainabandiera avisino di Odolo, con i cento e passa donatori effettivi che andranno a riempire sacche a Preseglie, almeno per il momento, è iniziato nel 2002, quando il Consiglio d’Istituto della scuola media, pressato da nuove sensibilità igienico-sanitarie, chede di indivisìduare un’altra sede per i prelievi domenicali. Il tira e molla è andato avanti fino allo scorso gennaio e, nonostante la nuova sede sia stata individuata e in gran parte sistemata è stato tutto inutile.
A causa anche delle decisioni prese dalla nuova amministrazione.

Ma andiamo con ordine.
Nel 2002 un altro posto per i prelievi non c’è. Con la promessa da parte dell’Amministrazione comunale che sarebbe stato presto individuato, gli avisini riescono a tirare avanti nei locali scolastici per un bel pezzo.
L’anno dopo la novità si chiama “privacy” e quelli in possesso dell’Avis sono dati sensibilissimi. L’armadietto della Filarmonica non basta più, urge la disponibilità di una sede anche amministrativa del sodalizio.


A fine 2004 arriva il terremoro che accelera i lavori di sistemazione del nuovo municipio. Quello vecchio è pronto a diventare sede delle associazioni e dopo i lavori di consolidamento gli avisini prendono possesso di alcune stanze, spendono anche alcune migliaia di euro per sistemarsi. Però manca l’ok dell’Asl sui bagni e le barriere architettoniche.
Fa niente. l’amministrazione Vitali promette la sistemazione e con quella arriva l’ennesima deroga: ad aprile dell’anno scorso i prelievi avvengono nella nuova sede delle Associazioni, alpini, Cai, Avis, Ago e Polisportiva aiutano mettendo a disposizione i rispettivi locali di competenza.

Cos’è che poi non ha funzionato?
“Il cambio dell’amministrazione – ci dice Adele Caini -. Quella nuova ha deciso che l’intervento sarebbe stato troppo oneroso, anzi che è probabile la cessione dell’intera palazzina per ricavare fondi da destinare alla costruzione del nuovo ricovero. Ecco perché i nostri primi quarant’anni sono stati anche gli ultimi”.


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