26 Febbraio 2009, 00.00
Anfo
Rocca d'Anfo

Eredità napoleonica

di Ubaldo Vallini

Sara un “documento direttore”, a partire dal prossimo futuro, a guidare gli interventi programmati o da programmare per arrivare al completo recupero della Rocca d’Anfo, con le sue peculiarit storiche, culturali, paesistiche e turistiche

Sara un “documento direttore”, a partire dal prossimo futuro, a guidare gli interventi programmati o da programmare per arrivare al completo recupero della Rocca d’Anfo, con le sue peculiarità storiche, culturali, paesistiche e turistiche.
E’ questa solo una delle novità introdotte dall’asse Valsabbia-Parigi che sta traghettando la Comunità montana di Valle Sabbia, insieme alla Provincia e al Gal-GardaValsabbia, verso un articolato evento culturale atteso per i primi mesi del prossimo anno.

Interventi concreti
Intanto, per smentire la consuetudine valsabbina a parlare molto della fortezza napoleonica che si affaccia sull’Eridio, ma ad intervenire con poca concretezza, si allunga l’elenco degli interventi strutturali che un po’ alla volta stanno interessando alcuni fra i fabbricati e le strutture ritenuti strategicamente più importanti per avviarne la valorizzazione anche in chiave turistica.
Con un investimento di circa quattro milioni di euro, reso possibile dalla concessione con l’Agenzia del Demanio che risale al maggio del 2005.

In collegamento con la Francia
Philip Prost è un ricercatore francese, considerato la massima autorità nel recupero delle fortezze napoleoniche. Collabora col Ministero della Difesa dei cugini d’Oltralpe e della Rocca d’Anfo ha scritto in più pubblicazioni.
Fra gennaio e febbraio del prossimo anno, Prost e i suoi collaboratori, porteranno a Palazzo Martinengo a Brescia la vasta documentazione sulla Rocca d’Anfo costodita nel museo dell’Esercito che trova spazio all’interno dell’Hotel des Invalides.
Documenti storici le cui copie diventranno oggetto di due convegni fra febbraio e aprile, l’ultimo dei quali verrà organizzato a Idro e riguarderà in particolare il recupero della “nostra” Rocca, in collaborazione con Sovrintendenza e Università bresciane, sulla falsariga di analoghe esperienze sulle altre due fortezze napoleoniche ancora strutturalmente intatte, una in Francia e una in Germania.

Turisti a milioni
Straordinaria occasione culturale che può essere tradotta in formidabile occasione di sviluppo turistico per l’intera valle: “Fra i molti abbiamo contattato anche Peter Hicks che cura i rapporti internazionali per conto della Fondazione Napoleone, che ha indicato in tre milioni il numero di turisti potenzialmente interessati a visitare una struttura come quella che possediamo ad Anfo” ci ha confidato Michele Brugnoni, l’assessore della Comunità montana valsabbia che da qualche anno è fra quanti sono impegnati a tirare i fili dell’intera questione.
Brugnoni ci elenca anche gli interventi già realizzati o programmati e finanziati in Rocca dal 2005 a oggi, con fondi europei, ministeriali, regionali e valsabbini, che vanno a sostenere il lavoro appassionato di numerosi volontari del Gruppo Sentieri Attrezzati, della Protezione civile o dell’Ana, rivolti malla fruizione turistica della struttura.

Gli interventi
 “In collaborazione con il Comune di Anfo abbiamo realizzato la nuova passeggiata pedonale da Anfo alla Rocca Bassa per 95 mila euro; poi si è aggiunto il Gal nel recupero della Palazzina del Corpo di Guardia che è valso 140 mila euro – snocciola l’assessore -. Entro il 2009 inizieremo il recupero del corpo principale della Caserma Superiore e della batteria Statuto nella Rocca bassa, realizzando anche un vasto parcheggio, opere che costeranno complessivamente un milione e 150 mila euro. Altri interventi previsti sono il sottopasso di collegamento fra la Rocca alta e quella bassa (150 mila), l’opera di sistemazione generale della parte bassa (un milione e 500 mila), l’acquedotto del parco (50 mila), la Caserma Zanardelli (un milione), più di 80 mila sono stati spesi in manutenzioni e visite guidate, che riprenderanno a marzo”.

55 mila metri cubi di fabbricati
Bisogna calcolare che quello che si vede esternamente della Rocca d’Anfo è una sorta di punta dell’iceberg.
Sotto terra, fra scalinate e ambienti, ce n’è infatti per altre dieci volte: “Abbiamo calcolato circa 55mila metri cubi di fabbricati, ci vogliono cinque ore solo per visitare quelli accessibili – conclude Brugnoni -. Dopo questi primi 4 milioni e passa di euro ne serviranno altri tre, almeno, per poter dichiarare conclusa la fase di conservazione del bene per come è adesso. Poi potremo pensare anche ad un eventuale utilizzo in chiave turistica che vada oltre l’escursione, ma serviranno modifiche alla convenzione attuale, che lascia poco spazio all’intraprendenza dei privati”.


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