25 Febbraio 2009, 00.00
Gavardo
Il ricordo

Don Antonio il realizzatore

di Cesare Fumana

L’umanità, la giovialità, l’attenzione agli ultimi. Tante sono le qualità umane evidenziate in questi giorni dai parrocchiani, dagli amministratori pubblici, dalle Penne nere. Ma don Antonio è stato anche un uomo di grande concretezza.

L’umanità, la giovialità, la simpatia, l’attenzione alla sua comunità, agli ultimi. Tante sono le qualità umane evidenziate in questi giorni dai parrocchiani, dagli amministratori pubblici, dalle Penne nere. Ma don Antonio è stato anche un uomo di grande concretezza.

«In questo momento di dolore tutti ci portiamo nel cuore il ricordo di don Antonio, della freschezza della sua fede e della sua grande umanità». Sono queste le qualità di don Antonio che ha voluto sottolineare mons. Francesco Beschi, già vescovo ausiliare di Brescia e nuovo vescovo di Bergamo, durante la veglia di lunedì sera nella chiesa parrocchiale di Sopraponte, gremita di gente.

Ma se la feconda opera pastorale, portata avanti nell’arco di quarantotto anni, è impressa nella mente e nei cuori di quanto hanno ascoltare le sue parole, tante sono le opere materiali che per sua iniziativa sono state realizzate e tuttora a disposizione dei soprapontini. Divenuto parroco subito dopo la guerra, fra i primi cantieri aperti c’è quello per la costruzione del teatro Sant’Antonio, un luogo di cultura e di intrattenimento che è stato un secondo pulpito per l’amato sacerdote. Anche negli ultimi tempi, fra le sue preoccupazioni, c’è stata quella di vedere la ristrutturazione di questo ambiente, chiuso oramai da alcuni anni, per restituirlo nuovamente alla comunità. E come non ricordare la ristrutturazione di Villa Pace, un’abitazione con attiguo un brolo dei Padri della Pace di Brescia, che fu acquistata nel 1947 dalla parrocchia, non senza qualche preoccupazione, per ricavarne appartamenti per i meno abbienti. Gli stessi sono divenuti nei primi anni Ottanta, per interessamento dello stesso don Antonio, le abitazioni dei primi extracomunitari, giunti per lavorare nelle fabbriche della zona: ventuno appartamenti la cui risistemazione e messa a norma è terminata di recente. Degli anni Cinquanta è invece la colonia “Beata Vergine di Fatima†sul monte Magno, tutt’ora utilizzata per i Grest estivi e per incontri. Tanti si ricordano la vecchia Jeep guidata dal sacerdote per portare i rifornimenti fin lassù. Anche quest’opera sarà oggetto di un intervento di ristrutturazione del tetto, grazie a fondi della Regione e della Comunità montana di Valle Sabbia.

Ma don Antonio è stato anche cappellano degli alpini e per suo desiderio, sempre negli anni Cinquanta, le Penne nere di Sopraponte hanno eretto, ancora in Magno, una chiesetta alpina, completata in seguito con un sagrato e un monumento in granito con un cappello alpino in bronzo, precedentemente collocato sul tetto della chiesetta. Magno, in quegli anni, è stata meta di numerosi raduni degli alpini della sezione “Monte Suello†di Salò, di cui don Antonio è stato a lungo cappellano militare. E proprio per il loro interessamento, per ringraziarlo della sua costante vicinanza, a don Antonio è stata attribuita l’onorificenza di Cavaliere della Repubblica.

E come non ricordare l’attenzione ai bambini e ai giovani, prima con il campo da calcio poi con l’oratorio, l’opera più recente da lui portata a termine prima di lasciare la guida della parrocchia per raggiunti limiti di età. Tutto questo evidenzia la sua concretezza, la sua intraprendenza e lungimiranza, nonché la capacità di catalizzare attorno a sé l’attenzione verso i bisogni collettivi della comunità, grazie al suo indubbio carisma. Senza dimenticare la sua funzione di sacerdote, un po’ indipendente e anticonformista.

Anche negli anni della “pensioneâ€, la sua è stata una presenza discreta, ma che si è fatta sentire.

«Da gavardese doc, è stato un punto di riferimento l’intera comunità di Gavardo – ricorda il sindaco Gian Battista Tonni –: tutti abbiamo potuto imparare da lui, per il servizio alla comunità e alle persone, per i suoi suggerimenti, i suoi consigli validi per tutti, anche per i sindaci che nell’arco della sua attività pastorale ha potuto incontrare. Per tutti ha sempre avuto parole di stimolo e di incitamento».
Per ricordare la sua figura, che tanto si è prodigata per il bene di Sopraponte ma non solo, l’Amministrazione comunale gavardese ha messo come primo punto all’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale, già convocato per il prossimo 4 marzo, la commemorazione di questo illustre e benemerito concittadino.


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