Il sindaco di Bagolino, Marco Scalvini, si pone alla guida della schiera di Comuni vicini al Trentino, che speravano in un aiuto dai dieci milioni di euro che una legge avrebbe dovuto assegnare ai Comuni confinanti con l'area atesina.
Una «modesta proposta», racchiusa in una lunga e dettagliata lettera al sindaco di Brescia, Paolo Corsini. Con quest’arma il sindaco di Bagolino si pone alla guida della schiera di Comuni vicini al Trentino, che speravano in un aiuto dalla «Legge 266/05» e, soprattutto, dai dieci milioni di euro che essa avrebbe dovuto assegnare ai Comuni confinanti con il Trentino. I Comuni si sentono perň traditi dall’applicazione di questa legge, come abbiamo giŕ avuto modo di scrivere in queste pagine. E cosě Marco Scalvini, primo cittadino del Comune bagosso, ha preso carta e penna, indirizzando la sua missiva al suo collega del capoluogo di provincia. .
«Caro Corsini - scrive Scalvini - come certamente saprai, negli ultimi giorni di dicembre la Banca d’Italia ha provveduto ad accreditare a tutti i Comuni bresciani uno straordinario versamento di euro 4,70 per ogni residente in virtů dell’applicazione della Legge 23-12-2005 n. 266 relativa ai Fondi per Enti limitrofi alle province di Trento e Bolzano. Questi soldi, (circa sei milioni di euro distribuiti a pioggia nella sola Provincia di Brescia) sono stati stanziati nella Finanziaria 2005 del Governo Berlusconi e avevano il preciso scopo di finanziare quei Comuni lombardi e veneti che sono ubicati sulla fascia di confine con le Province Autonome di Trento e Bolzano.
«Nel caso specifico relativo alla nostra Provincia, ben 11 Comuni (Bagolino, Limone, Tremosine, Valvestino, Magasa, Idro, Breno, Cevo, Ceto, Saviore, Pontedilegno) dovevano beneficiare di questi fondi speciali per far fronte ad investimenti in strutture e servizi per i cittadini che ogni giorno convivono con la sfortunata vicinanza alla ricca e attraente terra del Trentino Alto Adige. Piccoli Comuni di montagna, svantaggiati geograficamente, lontani dalle comoditŕ con strade spesso tortuose e difficili, carenti di strutture e infrastrutture e con un costo della vita stessa certamente superiore.
«A Bagolino, per esempio, ogni operaio deve far fronte, con la stessa busta paga del suo collega di Brescia, al riscaldamento domestico dal mese di ottobre al mese di aprile, paga per ogni figlio che frequenta le scuole secondarie l’abbonamento per un pullman che ogni giorno percorre 50 Km, paga gli alimenti per un prezzo maggiorato per il trasporto della merce, rinuncia a giornate di ferie con la spesa di 20/30 euro in benzina ogni qualvolta deve recarsi nell’ospedale piů vicino (Gavardo) che dista 108 Km tra andata e ritorno.
«Ma a tutto questo va aggiunta la questione Trentino Alto Adige. Perché subito vicino e magari a pochi metri di distanza (50 metri č la distanza del ponte sul fiume Caffaro che separa il centro abitato della mia frazione di 1.600 abitanti con il centro abitato di Lodrone di Storo - Trento) trovi piccoli paesi di montagna come il tuo che perň non vivono i tuoi disagi per la fortuna di essere nella Provincia di Trento. Loro, i trentini, hanno contributi per le case, per le attivitŕ artigianali, industriali, commerciali, hanno servizi sociali e assistenziali distribuiti a tutti i Comuni sia piccoli che grandi, godono di tassazione regionale «piů bassa, sostegni economici o d’accoglienza di prim’ordine, un livello della qualitŕ della vita certamente superiore rispetto a un bresciano medio e quindi di eccellenza rispetto a un residente dei nostri piccoli paesi di montagna».
E questo č appunto il motivo che aveva spinto il Governo Berlusconi ad inserire quei fondi nella Finanziaria. dieci milioni a favore dei Comuni delle Province di Brescia, Sondrio, Verona, Vicenza e Belluno e cercare di arginare il disagio socio-economico.
«Ma purtroppo - continua Scalvini - quello che doveva essere un forte segnale di attenzione di Roma verso la periferia si č trasformato in una beffa aggiunta al danno: quei soldi da distribuire ai cittadini residenti nei nostri Comuni sono stati distribuiti a pioggia su tutta la Provincia di Brescia con un risultato che definire umiliante č ancora il termine piů positivo. Infatti a Bagolino sono arrivati 4,70 euro per cittadino come Ente limitrofo alle Province di Trento e Bolzano, proprio come Ghedi, Rezzato, Ospitaletto, Montichiari, Iseo o Brescia».
Ed ecco la proposta: «Chiedo la disponibilitŕ a far arrivare ai cittadini dei nostri 11 Comuni i soldi erroneamente distolti e assegnati a chi non puň certamente sentirsi colpito o condizionato dalla vicinanza con Trento o Bolzano. Ti chiedo cortesemente di individuare un tavolo istituzionale ed una soluzione politica cominciando proprio con te e il tuo Comune in quanto cittŕ e centro urbano piů importante della nostra Provincia e con l’esempio di Brescia poter affrontare un sereno confronto con gli altri duecento sindaci».
Non va dimenticato che, all’origine della vicenda, ci fu la minaccia di Bagolino di chiedere, con referendum popolare, l’annessione alla Provincia di Trento, con conseguente distacco dalla Regione Lombardia. La battaglia continua.
Da Giornale di Brescia