28 Novembre 2008, 00.00
Bagolino
Esplosione a Ponte Caffaro

Poteva andargli decisamente peggio

di Ubaldo Vallini

Vetri in frantumi, il cemento annerito sopra ad una finestra e poi quella saracinesca al pian terreno, nel retro, che sembra seduta con la pancia sporgente all'infuori. Poteva certo andare peggio ad Antonio Stagnoli col botto di ieri.

Vetri in frantumi, il cemento annerito sopra ad una finestra e poi quella saracinesca al pian terreno, nel retro, che sembra seduta con la pancia sporgente all'infuori.
E’ il segno di quanto č successo, guardando dall’esterno, al civico 144 di via Caduti, che č il nome che i bagossi hanno assegnato alla 237 del Caffaro laddove attraversa l’ultimo centro abitato della provincia, Ponte Caffaro appunto.
La causa di tutto un gran botto.

Altri segni sono quelli visibili nella pelle del viso e delle braccia di un uomo di ottantaquattro anni, che si trova ora ricoverato in chirurgia all’ospedale di Tione con una prognosi difficile da credere, almeno a veder quel che č successo: 10 giorni.
Causa dell’esplosione, secondo quanto hanno appurato e ancora stanno considerando i Vigili del Fuoco di Storo, sarebbero le stesse mani del nonno, per l’occasione armate di accendigas.

Ricapitoliamo.
Erano all’incirca le 8 e mezza di ieri mattina e Antonio Stagnoli, solo omonimo e compaesano del grande artista, aveva appena finito di armeggiare con la bombola del gpl, al primo piano di casa sua.
Quel dannato fornello gli si era spento proprio mentre scaldava la colazione.
Non era certo la prima volta che lui eseguiva l’operazione.

Puň essere perň che abbia risparmiato sulla guarnizione, che andrebbe cambiata tutte le volte. Ancora non si sa di preciso.
Del resto lui vive da solo ed č anche il tipo che non ama avere a che fare con gli altri. Lo dimostrano i cartelli che tappezzano i muri esterni della casa e che invitano tutti quanti a stare alla larga.
Qualche errore perň deve averlo commesso, perché quando ha insistito con l’accendigas ravanando sotto al pentolino... bum!

L’esplosione ha sconquassato tutta la cucina e, dopo avere smosso anche le cianfrusaglie giů per le scale, č finita col rimbalzare nella lamiera che protegge il garage.
Una gran botta davvero.
Il muro fumč e due assicelle annerite nel cortile raccontavano anche un principio di incendio.

Il resto č la pratica dell’emergenza per come ormai siamo abituati, con le sirene a spron battuto: i Vigili del fuoco che arrivano veloci dal Trentino, i volontari caffaresi dell’ambulanza con il sostegno della Medicalizzata da Nozza, i carabinieri di Bagolino alla ricerca di eventuale dolo e per il nonno, sempre cosciente, a braccia aperte e con i capelli ancora fumanti, il ricovero.
Che per fortuna si preannuncia breve.


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