Da Anfo per salvare la foca monaca

L’ambiente si è ritagliato, in questi ultimi anni, uno spazio speciale nel cuore della popolazione valsabbina che, con impegno e costanza, continua a portare avanti iniziative per risollevare le sorti del malconcio lago d’Idro.
Quando poi l’interesse verso la salvaguardia ambientale diventa una vera e propria passione, la sensibilità supera i confini dell’Eridio e sbarca su isole disabitate alla ricerca di animali in estinzione da tutelare.

È quello che è accaduto a Samuele Capelli di Anfo che, dopo il conseguimento della laurea in Tecnologie forestali, ha deciso di trascorrere alcuni mesi su un’isoletta semidesertica distante una sessantina di chilometri da Madeira.
Circondato dall’immensità dell’oceano, il giovane anfese ha così potuto osservare e studiare gli esemplari di una variante, ormai quasi introvabile, della foca monaca comune.
Partito il 26 agosto, ha trascorso più di tre mesi a stretto contatto con pericolose tarantole, uccelli rari e con la capra pirenaica, già estinta in tutto il Mediterraneo.

Ad accompagnarlo durante le ricerche riguardanti il prezioso mammifero marino, che conta ad oggi solo una trentina di esemplari, tre vigilantes del Ministero dell’ambiente della Regione autonoma di Madeira, le uniche persone a cui è consentito mettere piede sulla piccola isola.
Proprio grazie ai risultati di queste ricerche la riserva naturale dell’arcipelago di Madeira si amplierà gradualmente comprendendo anche aree in mare aperto.

«Il mio contributo all’arcipelago di Madeira - ha sottolineato lo stesso Samuele Capelli - è stato quello di fornire ausilio e cooperazione alla gente del posto, tenendo sempre ben presente che soltanto il vero rispetto nei confronti della natura che ci circonda spinge l’uomo a tutelare ambienti che altrimenti rischiano di scomparire».

Michele Avigo
dal Giornale di Brescia

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