Forse un errore umano fra le cause

Morire a 21 anni sul posto di lavoro. A Odolo quando la tua terra è la Sicilia, in un pomeriggio che quest’autunno ci ha regalato tiepido e luminoso e per un errore umano, a quanto pare.
Un destino agghiacciante e crudele, quello di Gaetano Infurna, 21 anni compiuti lo scorso febbraio, residente a Gela. Ieri pomeriggio stava lavorando all’interno della Ferriera Valsabbia e per la precisione nel reparto “formazione fasci” del nuovo impianto di laminazione.

Un complesso produttivo innovativo che è praticamente già tutto montato: in questi giorni si stavano eseguendo i necessari collaudi.
Sulla dinamica esatta dell’infortunio sta indagando la magistratura col dott. Chiappani, dopo che in azienda sono entrati per i rilievi i carabinieri di Sabbio Chiese e i tecnici dello Psal, il dipartimento di prevenzione e sicurezza sul lavoro dell’Asl che per il Garda e la Valle Sabbia ha sede a Vobarno.

Secondo una prima ricostruzione dell’accaduto, fatta con l’aiuto dei testimoni alla tragedia, erano all’incirca le 16 quando il giovane era impegnato nel sistemare un tubo di rame all’interno di un grande macchinario, quando questo si è messo improvvisamente in moto.
Ad attivarlo sarebbe stato un addetto che si trovava nella sala di controllo al piano superiore del capannone, quindi assai distante dal luogo dell’incidente e senza la possibilità di rendersi conto di quello che invece stava accadendo.
A dare l’allarme e a fermare il tutto, due colleghi di Gaetano Infurna, uno dei quali si trovava proprio sopra all’apparecchiatura quando questa ha preso a muoversi.

Troppo tardi per evitare che il giovane operaio rimediasse un violento schiacciamento al torace.
Immediati i soccorsi, con il 118 che decideva di inviare sul posto l’eliambulanza. I medici sono riusciti a rianimare l’operaio e l’elicottero ha spiccato subito il volo, ma le ferite erano troppo gravi. Il giovane cuore di Gaetano ha cessato di battere al Pronto soccorso del Civile, quando mancavano una manciata di minuti alle 18. Una notizia che a Odolo, come in Sicilia, ha avuto l’effetto di una detonazione.
Gaetano Infurna era stato regolarmente assunto dalla Cvs di Gela, ditta che si occupa di riparazione di tubi in rame. L’azienda lavorava in subappalto per conto della Fimes, società alla quale Ferriera Valsabbia aveva affidato il compito di realizzare l’impianto di laminazione.

“Si tratta dell’ennesimo e gravissimo infortunio sul lavoro che investe il comparto metalmeccanico ed in particolare la siderurgia.– hanno stigmatizzato i sindacati che già a partire da ieri pomeriggio hanno proclamato uno sciopero bloccando la produzione -. Troppo spesso ci vanno di mezzo gli operai di ditte esterne e la catena di appalti e di subappalti finisce col rendere difficile, se non impossibile, la ricerca delle oggettive responsabilità”.
Fin dal turno del pomeriggio gli operai del Valsabbia si sono astenuti dal lavoro. Lo sciopero proseguirà anche oggi, mentre i sindacati hanno chiesto un incontro con i vertici aziendali.

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