Una tesi di laurea sulla «Cpf 80»

I vertici di questa storica cooperativa di Vestone sono impegnati nella ricerca di una nuova casa, ma nel frattempo, la loro «creatura» ha avuto l’onore di diventare l’oggetto di una tesi di laurea. Parliamo della «Cpf 80», una coop di consumo nata a Vestone 28 anni fa da un accordo aziendale tra la società Ave spa e il consiglio di fabbrica della stessa società, con lo scopo di fare mutualità nei confronti dei soci; i quali in origine erano solo dipendenti Ave.
I soci facevano la spesa nella cooperativa, e il pagamento avveniva trattenendo ogni mese l’importo corrispondente direttamente sulla busta paga, con l’azienda che provvedeva a effettuare i versamenti a saldo.
E questa ormai lunga storia di mutualità, solidarietà e solidità, ora che la storica «Ave» se n’è andata da Vestone dopo oltre un secolo di leadership nel campo dell’illuminazione (era arrivata qui nel 1904), è dicevamo diventata il materiale per una tesi: l’ha realizzata Sara Bettazza, una vestonese che per 5 anni è stata dipendente della Cpf 80.

Con lo scritto «Gli aspetti finanziari della cooperazione di consumo» (questo il titolo della tesi), dopo la storia del fenomeno in Italia e nel Bresciano, dopo l’esame della società vestonese e delle sue fonti di finanziamento, la neo laureata si è dedicata alla comparazione tra la coop valsabbina e un’altra realtà analoga e sempre «montana»: la Cooperativa di Vesio scarl di Tremosine.
«Dopo la storia della Cpf. 80 e dei suoi 28 anni di sviluppo a Vestone - spiega l’autrice, una 26enne che vive in paese con la la mamma Fauzia, il padre Franco e le 2 sorelle Laura e Nadia, e che dopo il diploma di ragioneria a Idro si è laureata a Brescia in Economia (in marzo) in "Borse e mercati finanziari" - sono passata all’analisi delle strutture patrimoniale e finanziaria, che sono assai solide, prive di debiti e con un ottimo indice di copertura delle immobilizzazioni».
Oggi questa realtà ha oltre 2.700 soci (si tratta di nuclei familiari, per cui il numero reale è di circa 9.000), e una autonomia finanziaria compresa tra il 95 e il 100%.

 

di Massimo Pasinetti da Bresciaoggi

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