Da Kassel a Sabbio

“Veniamo qui ogni anno a ricordare gli ex internati, in questa occasione però la nostra presenza ha un senso più compiuto perchè la memoria si trasforma in amicizia tra popoli un tempo nemici. Vi diciamo grazie per essere qui”.
Giornata di grandi cerimonie dal sapore denso della riconciliazione, quella officiata martedì a Sabbio Chiese.
Le parole del sindaco Rinaldo Bollani venivano subito tradotte in tedesco mentre venivano riportate in italiano quelle pronunciate da Bertam Hilgen, sindaco di Kassel, la cittadina di circa 200mila abitanti che si affaccia sul fiume Fulda, nell’Assia settentrionale.

Fitta la delegazione degli ospiti tedeschi, impegnati a restituire la visita dei valsabbini che lo scorso mese di aprile, con gli alunni delle terze medie, avevano raggiunto i campi di sterminio di Buchenwald e di Mittelbau-Dora. In quell’occasione c’era stato un incontro con le autorità della città ed era stato proposto lo scambio.
Fra gli altri hanno raggiunto Sabbio Chiese il presidente del Consiglio provinciale Gerard Herber, il console di Francoforte Bernardo Carloni, i sindaci di Hanichtswald e di Nieste Wolfang Assahauer ed Edgard Paul.
Fra i “nostri” il vicepresidente della Provincia Aristide Peli, alcuni sindaci valsabbini, il presidente della Comunità montana Ermano Pasini, il consigliere provinciale Gian Antonio Girelli, il presidente dell’Acb Carlo Panzera.

Soprattutto c’erano gli ex internati che, come ha ricordato Ermano Pasini nel suo discorso, in Valle sono rimasti in 40. Dopo l’accoglienza nel nuovo municipio sabbiense, accompagnati dalla Filarmonica Conca d‘Oro, in corteo hanno raggiunto il monumento che ricorda gli ex internati nei campi di concentramento nazisti.
“Siamo rimasti in pochi – ha detto per loro il cav. Pietro Tonoli, che li rappresenta in Valle Sabbia -. Abbiamo contribuito perchè tutti imboccassimo la strada dell’amicizia, tocca ora ai nostri amministratori di continuare a percorrerla”.

Dopo la deposizione della corona e la benedizione del parroco, a fianco del monumento sono state piantate tre betulle, simbolo d’amore nelle tradizioni popolari di tutta Europa, mentre la piazza antistante è stata intitolata “Alla Memoria” con l’indicazione di due date: 1948 e 2008, per ricordare i sessant’anni della nostra Costituzione.
 “C’è stato un tempo durante il quale il dolore e l’ingiustizia l’hanno fatta da padrone – ha ricordato herr Hilgen -. Proprio nella mia città, pochi giorni prima della fine della guerra sono stati uccisi 78 italiani, lavoratori forzati, perchè affamati com’erano avevano rubato del cibo. Ebbene: noi e voi abbiamo il compito di non dimenticare questi fatti, perchè non possano più accadere. Sappiamo bene che la pace non è una cosa scontata”.
Un’esibizione del coro La Rocca in teatro ed una cena conviviale hanno concluso la giornata.

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