A Breno «Dallo sciamano allo showman»

Breno è la prossima tappa del festival della canzone umoristica d’autore “Dallo sciamano allo showman”, voluto dal Centro Culturale Teatro Camuno e dal Club Tenco. Tre le iniziative: un doppio concerto in esclusiva il giorno 17, il ritorno della grande Sainkho il 23, un rito sciamanico il 30.

Teatro straordinario degli eventi sarà il restaurato Santuario di Minerva in località Spinera, scoperto nel 1986 e da poco tempo aperto al pubblico: monumentale sito rituale romano, immerso in uno splendido parco, ai piedi di un’altura da cui sgorgava l’acqua sacra; luogo di culto frequentato fin dal VI secolo avanti Cristo.

In questa cornice si svolgerà domenica 17, alle 21, un concerto prodotto appositamente per il festival, ovvero l’incontro tra due dei cantautori italiani più raffinati e amati dalla critica e dal pubblico più attento: il genovese Max Manfredi e il veronese Marco Ongaro. Pluripremiati in numerose occasioni per la qualità del loro repertorio, i due interagiranno tra loro sul terreno peculiare del festival, l’umorismo in musica.

Entrambi dotati infatti di un sottile sense of humour, si produrranno per la prima volta (e insieme) solo su questo fronte, sia (nel caso di Manfredi) con parodie e cosiddetti “falsi d’autore” e presentazioni spiritose, sia (nel caso di Ongaro) con canzoni apparentemente “leggere”, che trasfigurano il “tragico amoroso” in “amaro ridicolo”. Tra i due comunque c’è sempre stata amicizia e collaborazione: Manfredi allude al collega nella canzone “Va’ a dormire Europa” e Ongaro compone “Il conte Max di Genova”; insieme hanno scritto brani per il recente spettacolo teatrale “Viaggiatori viaggianti”. Manfredi uscirà in settembre con un nuovo disco, particolarmente atteso, “Luna persa”, che racchiuderà undici canzoni che toccano variegati mondi musicali e poetici; Ongaro, dopo il favore incontrato dal recente “Anni ruggenti”, ha già un altro album nel cassetto e da tempo è impegnato pure nella stesura di libretti d’opera e romanzi.

Il versante sciamanico del festival sarà invece rappresentato dai due successivi appuntamenti. Sabato 23, alle 21, torna la prodigiosa cantante di Tuva (tra Siberia e Mongolia) Sainkho Namtchylak. Nata in una famiglia di origini nomadi, Sainkho unisce elementi della tradizione sciamanica della propria terra (come l’arcaico canto bifonico grazie al quale può emettere due note con un’unica emissione vocale) a moderne sperimentazioni musicali ed elettroniche. Per l’occasione sarà accompagnata dal pianista Sasha Pushkin.

Infine, la mattina di sabato 30 agosto, alle 11, non mancherà anche quest’anno un vero rito sciamanico, affidato stavolta a Gigi Borri, uno dei più autorevoli ricercatori dello sciamanesimo “sul campo”, in Africa, Asia e Americhe.

Tutti gli eventi sono a ingresso libero.

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