Redditizia perchè efficiente

«Il mercante come il porco si pesa dopo morto». Per dire che per vendere la pelle dell’orso bisogna prima abbatterlo ovvero - sempre nel linguaggio traslato delle metafore - non si possono fare i conti senza l’oste.
Chi parla con la saggezza contadina dei vecchi adagi popolari, valida anche in tempi di società postindustriale ed economia post fordista, è un imprenditore della siderurgia bresciana. Un simbolo della old economy, la vecchia economia, che fa da zoccolo duro a tutto l’apparato produttivo locale. Si chiama Giambattista Brunori, un ex dipendente di Luigi Lucchini che guida con il figlio Ruggero la Ferriera Valsabbia, forno e laminatoio a Odolo, impianto per rete elettrosaldata a Sabbio Chiese.

Cultura del ferro. Oltre 800mila tonnellate di acciaio grezzo (billette) e poco meno di 700mila tonnellate di tondo per cemento armato «tempcore» prodotti nel 2007.
Seconda azienda al mondo dopo una società russa, in base ad una recente classifica di un istituto specializzato internazionale, per indice di efficienza produttiva, vale a dire il consumo di elettrodi per tonnellata. In più un investimento da 60 milioni di euro, di cui 40 a carico del bilancio 2007, per un nuovo laminatoio e un nuovo forno riscaldo.
Un rinnovamento tecnologico che lo scorso esercizio ha richiesto un fermo impianti di un paio di mesi, causando un calo della produzione compensato tuttavia dall’aumento della produttività - il prodotto per ora/lavoro - con 36 colate giornaliere del forno da 90 tonnellate in luogo della media tarata su 34 colate al giorno.

Tondo antiscrisi. Non solo antisismico. La Ferriera Valsabbia è uno degli emblemi della efficienza produttiva raggiunta dalla elettrosiderurgia bresciana - oggi la più competitiva del mondo - che ha saputo mettere a punto una ingegneria di processo ormai difficilmente perfettibile, nel senso di rasentare già la perfezione. Una visita agli impianti bresciani - non solo Odolo - ne è una palmare conferma. Ma nel caso della Valsabbia alla efficienza produttiva si aggiunge l’eccellenza finanziaria che trova sintesi in un dato a suo modo semplice: la Valsabbia è una società senza debiti bancari. Zero euro alla voce debiti finanziari, e di conseguenza solo proventi per oltre un milione di euro in luogo degli oneri finanziari.
Insieme alla liquidità sui conti correnti bancari significa una posizione finanziaria netta largamente a credito. Efficienza produttiva ed eccellenza finanziaria sono i coefficienti della redditività della Valsabbia.

Conto economico. I conti del 2007, a causa del ricordato fermo produttivo di due mesi, non si discostano molto da quelli del 2006. Il fatturato è stato di 410,3 milioni di euro rispetto ai 412 milioni del 2006, con un utile netto di 18,9 milioni a fronte dei 17,2 milioni dell’esercizio precedente, dopo tasse per 12,3 milioni e ammortamenti per 12 milioni. Ovvero un cash flow (utile netto più ammortamenti cioè la capacità di autofinanziamento in quanto ricchezza reale che resta in azienda) di 31 milioni a fronte dei 36,9 milioni del precedente esercizio.
Il Mol (margine operativo lordo ossia Ebitda ovvero l’utile prima di ammortamenti, oneri e tasse) è stato di 42,1 milioni rispetto ai 47,6 del 2006. Il costo del lavoro per i 350 dipendenti ha sfiorato i 20 milioni di euro.

Prospettive a breve? Positive. Anche il 2008 è partito bene e proseguito meglio, spiega Giambattista Brunori, la domanda è alta e il prezzo della materia prima, il rottame, è più equilibrato, con la carica media a 420 euro a tonnellata, il lamierino a 440 euro e la carica migliore a 450 euro. Prezzi da prendere ovviamente con le pinze, trattandosi del prodotto più «ballerino» e ondivago - non volatile - del mondo. Ma prezzi che consentono un minimo di stabilità per il budget 2008.

Alessandro Cheula dal Giornale di Brescia

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