Il giorno del dolore e della rabbia

Dolore e rabbia. Sono i due sentimenti che regnano nel giorno dell’addio a Felice Bonori. Si svolgeranno oggi i funerali del motociclista che, poco dopo la mezzanotte tra venerdì e sabato, a Gavardo, è stato travolto ed ucciso da un’auto guidata da un giovane albanese in stato di ebbrezza, poi stato arrestato per omicidio colposo.
Ieri pomeriggio la salma di Felice Bonori, di professione operaio, 54 anni, ha fatto ritorno nell’abitazione di via Terzago 4D a Muscoline.
Ieri sera, alle 19.30, nella camera ardente allestita nell’abitazione si è tenuta la veglia di preghiera. I funerali saranno celebrati alle 16.30, partendo dalla casa dove l’operaio viveva per la chiesa della parrocchia di Santa Maria Assunta di Muscoline. Seguirà la sepoltura nel cimitero di Villanuova sul Clisi, paese di origine dell’uomo.
Felice Bonori lascia la moglie Loredana Bertoldi, i figli Haron di 30 e Samuel di 28 anni, la mamma Olga, il fratello Alessandro e la sorella Antonella. Il padre, Bruno, è morto per malattia circa un mese e mezzo fa.
Come abbiamo riferito nell’edizione di ieri felice Bonori, mentre stava tornando a casa con il suo scooter, una Honda «Silver Wing», dopo una serata trascorsa con alcuni amici di Gavardo, è stato travolto in pieno da un’auto Mercedes 200 proveniente in senso contrario con targa tedesca, guidata da Arjan Ferizi, 28 anni, operaio, residente a Gavardo, che, nell’affrontare una leggera curva a destra, ha invaso l’opposta corsia di marcia investendo in pieno lo scooter.
A seguito dell’urto il conducente è stato sbalzato dalla sella e, dopo essere finito contro il parabrezza, è stato scaraventato nel fossato che scorre a lato della strada, rimanendo ucciso sul colpo.
I carabinieri di Gavardo, che hanno eseguito i rilievi dell’incidente, hanno sottoposto l’automobilista albanese al test dell’etilometro. Aveva un tasso alcolico di 2,76 grammi per litro di sangue, di oltre cinque volte superiore al limite consentito dal Codice della strada che è di 0,5 grammi. In applicazione delle norme del decreto-legge, noto come «Pacchetto sicurezza», entrato in vigore il 27 maggio scorso, è stato arrestato per omicidio colposo.
Ancora una volta, dunque, c’è l’alcol dietro l’ennesima vittima delle strade bresciane. Una tragedia evitabile, anzi: che avrebbe dovuto essere evitata. Gli amici ed i conoscenti della vittima non se la sentono di commentare l’accaduto e preferiscono rimanere in un doloroso silenzio.
Ma c’è anche chi cerca una spiegazione: «Gavardo, Muscoline e i paesi limitrofi - dice un commerciante - ospitano un grande numero di immigrati provenienti dalle più disparate aree del mondo. Nella maggior parte dei casi sono lavoratori ben integrati nella comunità, ma purtroppo qui non hanno legami, né familiari né d’amicizia, e quindi tendono a spendere le serate dei fine settimana nei bar di paese, ubriacandosi, spesso pesantemente. D’altra parte sono quasi sicuri poterla fare franca: gli unici controlli in genere vengono effettuati sulla strada principale che da Salò porta verso Desenzano, da queste parti non si vede mai nessuno».
Questa ennesima disgrazia fomenta la polemica sulle tragedie causate da chi guida in stato d’ebbrezza. «Le norme, sia pure inasprite di recente, dovrebbero essere più severe», tuonava sabato Albino Zabbialini, primo cittadino di Muscoline. Già. La legge ora farà il suo corso. Ma per Felice Bonori, purtroppo, non c’è normativa che tenga. Lui non c’è più.
g. spi / ra. mo. Dal Giornale di Brescia

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