18 Maggio 2020, 07.40
La nostra storia

Il vibrante saluto della terra bresciana al Principe Ereditario.

di Guido Assoni

...da un articolo del 01 settembre 1926 tratto da “Il Popolo di Brescia” quotidiano della Federazione Provinciale Fascista


Siamo al 31 agosto 1926. Il Principe ereditario Umberto II di Savoia è in visita nella nostra Provincia ed in Valle Sabbia in particolare.
Proprio in quell’anno, l’ordinamento comunale viene radicalmente trasformato allo scopo di rafforzare il ruolo accentratore dello Stato a discapito dell’autonomia locale.

L’ Amministrazione comunale già imperniata su tre categorie di organi con funzioni diversificate (Consiglio comunale, Giunta municipale e Sindaco) viene a riassumersi in un unico organo, il Podestà, di nomina regia.

Il re, per la nomina, si avvale della proposta del Ministro degli Interni elaborata avvalendosi delle informazioni del Prefetto il quale a sua volta ricorre alle referenze dei vari federali, degli organi decentrati della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, delle varie forze dell’ordine e di altre autorità.

L’articolo, impregnato della consueta retorica del regime (raramente abbiamo assistito a dei festeggiamenti così spontanei, così schietti e così entusiastici), rimarca “la puntualità veramente regale” con la quale Umberto II si presenta a Ponte Caffaro alle ore 17,30, con un seguito di autovetture con a bordo diverse autorità trentine tra le quali:

- comm. Giuseppe Guadagnini, Prefetto di Trento che, oltre ad eliminare la toponomastica in lingua germanica, impose l’italiano come lingua ufficiale delle scuole tedesche;
- gen. Andrea Graziani, Comandante della Milizia di Verona;
- comm. Guido Larcher Console della Milizia ed irredentista della prima ora;
- comm. Stefanelli Presidente Commissione Reale;
- on. Gianferrari e Barduzzi;

Ad attendere il Principe ereditario a Ponte Caffaro sono presenti diverse autorità bresciane di quel tempo, tra le quali:
- cav. uff. Pietro Paolo Pietrabissa Vice Prefetto di Brescia;
- avv. Carlo Bonardi e comm. Giorgio Porro Savoldi Deputati alla Camera;
- ing. Alfredo Giarratana Direttore de “Il popolo di Brescia”;
- cav. Battaglia per il Comando della Milizia,
- geom. Innocente Dugnani per la Federazione Provinciale Fascista;
- comm. Dossena per la Federazione dei Comuni Fascisti;
- comm. Viola Vice Questore di Brescia;

Il Cav. Valloggia, Commissario Prefettizio di Bagolino dopo aver fatto gli onori di casa portando al Principe il saluto del paese, rimarca la circostanza di come il torrente Caffaro in passato dividesse due regni mentre ora ricongiunge le popolazioni di due province legate a devozione alla casa Savoia e all’Italia.

Vediamo alcuni stralci di come l’articolista descrive i festeggiamenti dei paesi valsabbini incontrati dal corteo reale nel tragitto verso Brescia.

ANFO: “Vibrante e gentile il saluto di Anfo fatto presente dal Podestà cav. Attilio Venturi…”;

IDRO:Idro era pure presente al passaggio del Principe con le scolaresche e la popolazione, specialmente femminile…”;

LAVENONE: “Lavenone si è presentato poi magnificamente addobbato mercè il vivo interesse del Podestà Antonio Baga che aveva saputo ingentilire la traversa  del paese con magnifici ornamenti floreali e numerosissime inscrizioni, oltre ad una decorazione di bandiere, di emblemi e di motti veramente indovinati. Lavenone è apparsa come una serra profumata, ma il profumo migliore è stato il saluto della sua popolazione tutta acclamante, mentre il Podestà stringeva la mano al Principe”;

VESTONE: “Come centro dell’Alta Valle, ha salutato il passaggio reale con i sensi di un antico patriottismo non mai smentito e di una fede italiana che lo ha reso intrepido di fronte alla guerra e al dopoguerra. La Giunta, il fascio, le bandiere di tutte le associazioni, tutte le scolaresche, bambini dell’asilo, la popolazione infine era scaglionata lungo il percorso che appariva pittorescamente decorato…”;

NOZZA:Anche a Nozza troviamo tutto imbandierato e la popolazione festeggiante…”;

BARGHE:A Barghe si sono aggiunte anche le popolazioni dei paesi vicini e quando il Principe arriva è uno scoppio di evviva veramente commovente. Il Podestà è vivamente complimentato dal Principe…”;

SABBIO: “A Sabbio, attorno al Podestà Crescini troviamo tutte le bandiere delle associazioni, fascio femminile al completo, gli asili. Tutti gridano evviva. E’ veramente un momento di entusiasmo generale…”;

VOBARNO: “Davanti alla ferriera di Vobarno sono distesi tutti gli operai con gli stendardi dei vari reparti dello stabilimento con alla testa l’ing. Magri… Davanti al monumento dei caduti le automobili sostano e salutano il Principe, l’ing. Pavoni Podestà di Vobarno, e Viani Podestà di Degagna;

VOLCIANO: “Dimostrazione imponente anche a Volciano dove sono raccolte tutte le operaie del cotonificio. Il Podestà di Volciano Battista Viani stringe la mano al Principe…”;

TORMINI.”Un’altra dimostrazione abbiamo a Tormini dove sono convenuti molti rappresentanti di Salò…

VILLANUOVA SUL CLISI:Si odono già le musiche di Villanuova sul Clisi dove l’entusiasmo trabocca in maniera da farci dimenticare completamente ciò che Villanuova rappresentava non molti anni fa. In verità la popolazione di questo centro industriale ha reso omaggio al Principe con una spontaneità, con una dignità e con una disciplina da onorare gli organizzatori che tale accoglienza hanno preparato.
Il Podestà Vivi viene salutato dal Principe con grande compiacimento, mentre i fascisti cantano Giovinezza”;


GAVARDO: “Tutta Gavardo è presente. L’aspetto di questo importante paese era quello della più solenne occasione.
Il Podestà Suardi, attorniato da tutto il clero ha intrattenuto brevemente il Principe mentre la musica di Gavardo suonava gli inni della patria: ma lo sguardo del Principe doveva essere distratto dalla folla che traboccava dovunque.
A Gavardo infatti non solo abbiamo avuto tutta la popolazione, ma anche i cittadini di Vallio e Sopraponte che non hanno mancato di salutare il futuro re assieme a quelli di Soprazzocco e Muscoline.
Per questo a Gavardo abbiamo visto una folla di bandiere che rappresentavano tutte le Associazioni patriottiche e religiose della gloriosa Quadra la quale ha certamente legato la sua fedeltà in maniera indissolubile al giovane che sarà domani il Re d’Italia”;


GOGLIONE SOPRA e GOGLIONE SOTTO: “Abbiamo poi visto lungo la strada dove il corteo delle automobili non ha potuto sostare i camerati di Goglione Sopra con alla testa il loro Podestà cav. Orazio Lancellotti, e i camerati di Goglione Sotto, con il Podestà Orazio Goffi”;

PAITONE: “A Paitone il Podestà ing. Sorelli, ha voluto dire al Principe tutta la devozione della popolazione che ha confermato il suo sentimento con le acclamazioni più vive”

Poi via via a Nuvolento con il Podestà rag. Massardi, a Nuvolera con il Podestà ing. Bono, a Virle Treponti con il podestà Scaroni e l’arciprete Landi e ancora a Treponti, Rezzato, Sant’Eufemia alla Fonte con il Podestà centurione Guido Parenti.

In tutti i Comuni incontrati sul percorso, la musica rinnova la marcia reale, i fascisti intonano Giovinezza e la folla imponente acclama il futuro Re d’Italia Umberto II, allora ventunenne.

Infine il corteo reale giunge a Brescia per ricevere il saluto del Commissario prefettizio ing. Calzoni, del Vescovo Mons. Gaggia con altri prelati e tutte le altre autorità, in un prolungato applauso che cessa solo quando il treno speciale con l’augusto personaggio si mette in moto fischiando.

Alcune curiosità
che possiamo rilevare dall’articolo apparso su “Il popolo di Brescia” del 01 settembre 1926.

Innanzi tutto vengono citati alcuni Comuni che nel 1928 verranno accorpati:
Nozza aggregato al Comune di Vestone, Degagna al Comune di Vobarno, Sopraponte e Soprazzocco al Comune di Gavardo, Goglione Sopra e Goglione Sotto al Comune di Prevalle, Virle Treponti al Comune di Rezzato e Sant’Eufemia alla Fonte al Comune di Brescia.

Durante la descrizione del passaggio a Vestone, l’articolista incappa in un clamoroso refuso quando accenna alla presenza della Giunta intenta a salutare il corteo reale.
Infatti con la nomina del Podestà, proprio nel 1926, vennero soppressi i Consigli comunali, le Giunte municipali e i Sindaci.
Il Podestà poteva avvalersi di una “Consulta” che, come dice il nome era un organo consultivo che non poteva deliberare autonomamente.

Infine un riferimento al passaggio a Villanuova sul Clisi: “dove l’entusiasmo trabocca in maniera da farci dimenticare completamente ciò che Villanuova  rappresentava non molti anni fa”.
A cosa si fa riferimento? Cosa rappresentava Villanuova? Forse si allude alla crisi economica e alla pressione rivoluzionaria del biennio 1919/1920 con conseguente ondata di scioperi, dimostrazioni ed agitazioni nelle fabbriche.

Per finire, una nota di colore.
Fino a cavallo degli anni sessanta/settanta del secolo scorso era ben visibile sulla piazza di Lavenone una lapide commemorativa del passaggio del Principe Umberto II.
Venne rimossa durante i lavori di manutenzione della facciata e purtroppo, inspiegabilmente, non più riposizionata.
Ora è andata irrimediabilmente perduta, salvo miracolosa improbabile riapparizione.
E’ comunque ancora ben visibile il punto esatto dove era stata affissa nel lontano 1926.
Alla fine della guerra erano stati rimossi i fasci laterali.

Rimane solo il ricordo di ciò che riportava ai posteri
: “QUI, DOVE OPEROSITÀ DI POPOLO FORTE ESPRIME ITALICA VIRTÙ, IL PRINCIPE UMBERTO DI SAVOIA SOSTÒ E, PRODIGANDO CONFORTO E PREMIO AGLI UMILI LAVORATORI, REGALMENTE SORRISE - 31 AGOSTO 1926 ANNO IV^”.

1) La piazza di Lavenone addobbata prima del passaggio del Principe Umberto II
2) La piazza di Lavenone come è addesso
3) I segni ben visibili ove era posizionata la lapide commemorativa
4) Ritratto del Podestà di Lavenone Antonio Baga




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