A breve il via ai restauri

Le operazioni d’appalto stanno per concludersi: una volta aperte le buste si saprà chi avrà il compito di sistemare la Rocca di Sabbio. Lo storico edificio, gravemente lesionato dal sisma che ha colpito il Garda e la Valle Sabbia nel novembre del 2004, da allora attende di poter essere riaperto. In questi anni se n’erano occupati anche gli alpini che in occasione di un’esercitazione di Protezione civile avevano ripulito dalla vegetazione i versanti dello sperone roccioso, mettendo in evidenza le preoccupanti ferite.

Un impegno non indifferente, quello di rendere utilizzabile la Rocca: il Comune investirà nell’impresa 300mila euro suoi e la Regione integrerà la cifra per raggiungere la cifra totale necessaria che ammonta a circa un milione. Espletate le ultime pratiche di una procedura di affidamento diretto, come previsto dal decreto che ha governato le fasi della ricostruzione post terremoto, i lavori prenderanno il via nei prossimi giorni e la previsione è quella di poter riaprire il santuario entro il prossimo inverno. Si comincerà subito con la sistemazione del tetto, considerata l’operazione più urgente per evitare che le infiltrazioni possano essere causa di ulteriori danni. Si proseguirà poi con l’intento di rendere la struttura agibile e sicura con il minimo di interventi invasivi.
Il santuario della Madonna della Rocca, che qualcuno chiama anche «Beata Vergine del campanile» o «Madona dei osèi», per i sabbiensi soprattutto, ma anche per il resto dei valsabbini ha un forte significato simbolico. Forse perché chiunque viva o si trovi a passare da quelle parti non può fare a meno di notare la sua presenza, così com’è, in posizione soprelevata con tutto il paese attorno. Non è un caso, insomma, se molte delle numerose associazioni sabbiensi, anche nel loro stemma, si fregiano di quell’immagine più o meno stilizzata. Ecco che i cittadini di Sabbio, costretti a godersi la Rocca solo da lontano, fremono per poterne rientrare in possesso. «Tant’è vero che la gente accetta anche di partecipare alla messa all’aperto, sulle scale che portano al santuario fra il primo ed il secondo portone, pur di sentirsela vicina» ha detto il parroco don Giovanni Lamberti.
Qualcuno potrebbe storcere il naso e affermare che non tocca all’Amministrazione comunale il recupero di un edificio che a tutti gli effetti è religioso. «Preventiva» la risposta del sindaco Rinaldo Bollani: «La Rocca non ha un valore solo religioso, ma anche storico, artistico e architettonico. Il fatto che appartenga a tutti i sabbiensi e a tutti i valsabbini è fuori discussione». L’antica struttura risale al IX o X secolo, ma nel XVI, finito il tempo delle invasioni, la Rocca si trasformò in Santuario mariano.  

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