24 Febbraio 2020, 09.27
Racconti del lunedì

Una Brooklyn

di Ezio Gamberini

Quando sei bambino, non pensi alla morte, perciò John Brown non poteva giacere in una tomba, ma al massimo in una tombola, là nel pian…


Quante volte abbiamo cantato da bambini l’epopea dell’eroe americano, tra i principali fautori dell’abolizionismo che aveva lo scopo di porre termine alla schiavitù negli Stati Uniti d’America, e ogni volta mi chiedevo perché mai a John Brown fosse riservata la curiosa incombenza di giacere in una tombola, là nel pian. Solo dopo anni mi accorsi dell’errore, e oggi mi piace riportare l’intero testo:

John Brown giace nella tomba là nel pian
dopo una lunga lotta contro l'oppressor.
John Brown giace nella tomba là nel pian,
ma l'anima vive ancor.

Glory, glory, alleluia.
Glory, glory, alleluia.
Glory, glory, alleluia.
Ma l'anima vive ancor.


Con diciannove suoi compagni di valor
dall'Est all'Ovest la Virginia conquistò.
Con diciannove suoi compagni di valor,
ma l'anima vive ancor.

Glory, glory, alleluia...

Poi l'hanno ucciso come fosse un traditor,
ma il traditore fu quell'uom che l'impiccò.
Poi l'hanno ucciso come fosse un traditor,
ma l'anima vive ancor.

Glory, glory, alleluia...

John Brown è morto ma lo schiavo è in libertà,
tutti fratelli, bianchi e neri siamo già.
John Brown è morto, ma lo schiavo è in libertà,
ma l'anima vive ancor.

Glory, glory, alleluia...

Oh, non temere colui che il corpo ucciderà
se la tua anima rapir non ti potrà.
Oh, non temere colui che il corpo ucciderà
se l'anima vive ancor.

Glory, glory, alleluia...

Stelle dei cieli non piangete per John Brown,
stelle dei cieli or vegliate su John Brown.
Stelle dei cieli non piangete per John Brown,
la sua anima vive ancor.

Glory, glory, alleluia...

Caro amico lettore, se sei arrivato sino a questo punto senza leggere le strofe, t'invito a tornare sui tuoi passi e, se hai tre o quattro minuti, a canticchiarle. Al termine ti stupirai nel ritrovarti pervaso da sentimenti di una gioiosa levità, ma permeati di un'inspiegabile malinconia, e uno struggente desiderio di giustizia e libertà.

Quando eravamo bambini, questo inno all'eroe americano era spesso eseguito in colonia, al mare o in montagna. In quegli anni (per quanto riguarda la mia fanciullezza, i “favolosi anni ‘60”), "mamma" Falck, l'acciaieria del paese che dava lavoro a più di mille persone, offriva ai figli dei dipendenti, dalla prima alla quinta elementare, un soggiorno di tre settimane in località marine o montane. Io trascorsi le prime due stagioni a Pinarella di Cervia, e le ultime tre a Temù, in Val Camonica.

Tra i ricordi più significativi, di là dall'attrattiva del mare o dei monti, mi piace evocare l'arrivo di una cartolina spedita da casa, se non ricordo male il primo anno al mare: 

"Al caro bambino Ezio Gamberini - Colonia Gioiosa - Pinarella di Cervia", c'era scritto sul retro, con la meravigliosa calligrafia della mia cara mamma. Ma lo straordinario ricordo è dovuto al fatto che sulla cartolina, accanto ai saluti dei miei famigliari, c'era appiccicata, con una striscia di nastro adesivo, una lastrina della gomma americana "Brooklyn", la famosa "Gomma del Ponte", che allora era confezionata e venduta in pacchettini coloratissimi da cinque pezzi, ai vari gusti. Provai un'incontenibile felicità e la mostrai entusiasta ai compagni di camerata: mi pareva di possedere un tesoro enorme!

Il penultimo anno di villeggiatura "coloniale", quando ero in quarta elementare, fui davvero felice per la sorpresa che mi fecero mamma e papà, venendomi a trovare a Temù, mentre l'anno successivo, per l'ultimo soggiorno nella località camuna, sperai che non mi facessero visita perché ero diventato un "Gianburrasca", indisciplinato e incontenibile, e bestemmiavo come uno scaricatore di porto. Chissà cosa avrebbero riferito le "signorine" ai miei. Per fortuna quell'anno rinunciarono al viaggio!

E per buona ventura, aggiungo, nel proseguimento della fanciullezza e dell'adolescenza "misi un po' la testa a posto" (grazie "San Calcio"!) e poi, ringraziando il cielo, incontrai Grazia.

Così arriviamo a oggi...

Da qualche tempo mi tampina con insistenza per obbligarmi ad acquistare un paio di stivaletti invernali:

"Ne hai bisogno, li prenderemo!", conclude imperiosa.

"E se non li prenderemo?", le ribatto....

"Li prende Romolo!".

Ma dopo averli acquistati, devo ringraziarla, perché sono veramente comodi e caldi.

" ...e poi, hai visto come restano lucidi?", le dico.

"Di sicuro - conferma - specialmente se qualcuno la sera prima li ha spazzolati a dovere!".

Boccaccia mia, non potresti startene zitta, ogni tanto?

"Adesso però anche tu dovrai comprare una borsetta, perché ne hai soltanto due o tre in croce. E la prenderai!", termino determinato.

"La prenderai, la prenderai...- esclama in tono canzonatorio la mia gentile coinquilina da quasi quarant'anni - e se non la prendeRai, la  prende Mediaset!".

Mi piego in due dalle risate... chissà cosa succederà quando riferirò questa battuta al mio amico Piere, che in questo campo è maestro, e dentro di me penso:

"Grande mamy, forte mamy... te se 'n canù!", come direbbe giustamente anche il settantacinquenne Bob Marley, se fosse ancora vivo.




Vedi anche
09/04/2018 07:00

Potenza di un vanghetto Tu dalle in mano un vanghetto, due fiorellini, un metro quadrato di terra e non sai più neanche di averla. Trascorrono ore, ma lei sembra non accorgersene!...

07/01/2019 08:00

La scuola materna San Giorgio “Dai, smettila di fare lo stupidino e fai il bravo!”, mi disse Grazia quando eravamo alla scuola materna San Giorgio, entrambi cinquenni, facendomi vedere come si dovevano incollare i chicchi di riso sul cartoncino… 

20/01/2020 08:00

Il tappo, una cornice e la cartolina Rafael, Filipe e Joaquim si prendevano cura amorevolmente e con infinita pazienza dei loro splendidi sugheri, sulle colline portoghesi che si affacciano sull’Atlantico…

23/04/2018 08:50

La sindrome di Capitan Uncino Grazia una mattina mi fa vedere il braccio sinistro. Lo alza, solleva la manica e, sorridendo sorniona, si batte sul polso, dove dovrebbe esserci l’orologio, ma non c’è!…

12/03/2018 07:00

Buone notizie Soltanto da pochi giorni è terminata la “sbornia elettorale”, ma le buone notizie apprese in questa settimana m’invogliano a parlare solo di queste ultime…




Altre da Racconti del Lunedì
16/11/2020

L'ultimo giorno

“Oggi è l’ultimo giorno”, mi dico un lunedì mattina, al momento del risveglio…

19/10/2020

Cinque chili di Morositas

Non è difficile farsi spedire a casa cinque chili di Morositas. E’ sufficiente scrivere un racconto su Vallesabbianews…

03/08/2020

Un vasetto in affitto

Usciamo dal lavoro e raggiungiamo il centro salodiano per acquistare l’ultimo romanzo di Camilleri: “Riccardino”…

06/07/2020

Una confessione imbarazzante

È dura dover confessare al proprio coniuge un’azione indegna, alla soglia dei sessant’anni: non mi era mai accaduto fino ad ora un evento così spregevole...

08/06/2020

Il tubetto del dentifricio

Non riesci mai a capire quando è finito il dentifricio, con questi tubetti di plastica che riprendono sempre la loro forma iniziale, anche se li spremi...
AUDIO

18/05/2020

Si riparte

Oggi comincia una nuova fase, in cui la maggior parte di aziende e negozi riprenderà la propria attività, rispettando le dovute prescrizioni...

04/05/2020

A modo mio

Non si tratta della famosa macchinetta del caffè, bensì della maniera in cui trascorro l’ultimo fine settimana, prima di riprendere il lavoro a tempo pieno, lunedì 4 maggio…
AUDIO

28/04/2020

Nei giardini che nessuno sa

Coronavirus, bufale o realtà? “Inutile salvare obesi e fumatori…”, e ancora: “Gli ottantenni esclusi dalla terapia intensiva”...

20/04/2020

Una Pasqua sorprendente

E’ il giorno di Pasqua. Grazia ed io siamo a casa da soli. A mezzogiorno esatto, con una giornata meravigliosa, cielo azzurrissimo e sole splendente, apro tutte le porte e le finestre e “sparo” al massimo volume l’Hallelujah di Händel…

13/04/2020

Mamma

In occasione della scomparsa della loro mamma, dedico questo ricordo, pubblicato sette anni fa, al nostro direttore Ubaldo Vallini e alle sue sorelle Eliana e Nunzia. AUDIO