27 Gennaio 2020, 09.48
Bagolino
Il racconto

«El pà Bagoss» di Sperandio e il suo talento

di Rosalba Francinelli

Tra le tante tradizioni che caratterizzano il paese di Bagolino c’è anche quella del pane, che non può mancare per accompagnare l’apprezzatissimo Bagòss e un buon bicchiere di vino


Racchiuso nella laboriosa valle, si scorge un bellissimo paese di montagna. Bagolino.
Un piccolo paese che racchiude una storia di grandi successi, opera di persone di talento, arte e cultura.

I Bagoss hanno una sensibilità divina, una forma di ascolto e quelle idee che permettono loro di esercitare il proprio impegno lavorativo con notevole maestria.

Le chiese, vere opere d’arte, e tutto ciò che le circonda ne danno la conferma. Con in più lassù la principale chiesa di San Giorgio, monumento che consacra il paese, ne dà sfondo suggestivo con la sua architettura, abbracciando così un borgo silenzioso ma allo stesso tempo operoso.

Bagolino, lo spirito attento alle tradizioni, infonde con la sua caratteristica armonia un insieme magico di misteriose sensazioni del passato e del presente.

Dalla Valle del Caffaro,
sferzata tra nebbia e rugiada dall’aria fresca, un cielo azzurrino verso il Gaver ci apre poi la contemplazione del Monte Blumone.

Si passa davanti ad una santella, e davanti a un’immagine sacra il gesto più istintivo è quello di recitare una preghiera. Passo dopo passo si ammirano le fontane. Una in particolare, collocata al centro del paese, antica, trasmette la sua particolare bellezza.

Avvicinandosi si ascolta l’incessante rumore dell’acqua che sgorga e non c’è musica più bella, come la voce nei torrenti della valle, che si fanno sentire e mormorano tra gli alberi, alcuni viventi, alcuni al suolo spezzati da un vento tagliente.

Cari Bagoss, la bontà del vostro cuore vi mantiene giovani, in questa valle siete cullati dei vostri valori più belli. A volte sarete stanchi, ma sedete ancora accanto al fuoco che vi aiuta a portare ancora con voi l’amicizia e non sentite neppure le fatiche, perché sapete scandire le giornate alternando anche quel riposo conviviale.

Dalle vostre abitazioni escono le armonie delle stagioni, la pace delle sere d’estate, i silenzi dell’inverno e dell’autunno. Sapete ancora intonare una canzone nelle osterie, lasciandovi coinvolgere dalle melodie più belle.

Sto passando in questo momento in piazza e un profumo davvero invitante mi fa fermare all’istante. Il profumo si fa ancora più intenso. Eccolo, il negozio! Il forno da Sperandio.

Qui vorrei soffermarmi un attimo per dire che non c’è formaggio buono se non accompagnato con una fetta di fragrante pane appena sfornato. La sua lievitazione è unica.
Il forno è gestito da generazione in generazione. L’ospitalità è esclusiva ed eccellente ed è perciò che il merito è da dieci e lode. Questo pane abita a Bagolino, un forno che lavora da anni per accompagnarci a tavola con un delizioso pane.

Quando passate da Bagolino, anche per un’escursione, Sperandio vi aspetta con il suo buon pane, divenuto ormai una tradizione, come il carnevale e come il formaggio Bagòss.

Cosa c’è di meglio? Pane, formaggio e un bicchiere di vino che a Bagolino non mancherà di sicuro.

Tutte le volte che entro in questa forneria, mi viene spontaneo chiedere: “Ma non vi hanno ancora premiato per questo pane incredibile?”.

La gente di Bagolino è di animo semplice. Nelle strette vie del paese, si vedono quei vecchi muri e portoni, sembra che escano voci antiche, rimaniamo abbagliati viaggiando in quei luoghi silenziosi.

Ritorna in mente il passato; le case non sono colorate, ma la luce e il sole insieme pensano loro a colorare questi patrimoni. La notte, la luna accetta i suoi sogni e allora Bagolino diventa poesia.
Le pietre grigie sembrano d’argento, passeggiando si scorgono assi antiche che lasciano passare dalle fessure canti di tarli. E’ la loro bellezza.

Le storie antiche che racchiude questa perla valsabbina potrebbero diventare raccolte di racconti e memorie di nostalgie.
Cari Bagoss avete un valoroso paese, custoditelo gelosamente nel vostro cuore.

Si sta avvicinando febbraio e il carnevale è quindi alle porte. La tradizione comincia a dare sfondo e colore, sfoderando tutte le classiche energie, per donare sempre il meglio. Un paese che mantiene la tradizione io lo chiamo “Cielo ricamato di stelle”, perché le stelle portano sempre il sereno.

Il pane continua a profumare e finché c’è pane ci sarà anche vita.




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