Il «Sergente nella neve» è «andato avanti»

La notizia della scomparsa di Mario Rigoni Stern ci ha colto di sorpresa, ma non ci è giunta inaspettata. Si sapeva della sua malattia dall’autunno scorso e dell’aggravarsi degli ultimi tempi.
E non ci stupisce nemmeno che la notizia della sua morte si sia saputa a funerale già avvenuto, visto il suo carattere schivo e poco incline alla ribalta.

Un lutto che colpisce anche la Valle Sabbia e il mondo degli alpini.
Un altro dei “veci” del Vestone ci lascia. Se la scomparsa di tutti i nostri reduci ci addolora, la sua dipartita ci rattrista in modo particolare.
Al di là degli indubbi meriti letterari, che tutti conosciamo ma che non ci competono, quello che ci caro è l’esser riuscito come nessun altro a raccontarci il dramma della Ritirata di Russia. “Il sergente nella neve” rimane sì un’opera letteraria ma è anche storia di vita vera, narrata con semplicità e umanità, dove protagonisti non sono i fatti bellici ma gli uomini, o meglio, gli alpini.

Anche la sezione Ana di Salò “Monte Suello” è in lutto perché Mario Rigoni Stern è un suo socio, iscritto del gruppo alpini di Vestone.
Intenso è stato il rapporto con il gruppo degli alpini, con molti reduci sui compagni d’armi del Vestone che con lui sono riusciti a tornare “a baita”, e numerose negli anni le visite e le frequentazioni.

Un legame con l’intero paese di Vestone, di cui dal 1977 è cittadino onorario «per aver cantato al mondo le gesta del Vestone».
Forte l’amicizia con il dott. Felice Mazzi, farmacista a Vestone, anch’egli scrittore e appassionato di storia, con il quale scambiava spesso bozze, raccontava fatti e si faceva a sua volta raccontare aneddoti.
Oltre al suo ricordo ci rimangono i suoi libri, quelli che parlano di guerra, quelli di storia, quelli che raccontano dei suoi boschi e delle sue montagne, quelli di un uomo fortemente legato alla sua terra.

In foto Mario Rigoni Stern con l'allora comandante delle Truppe alpine gen. Ivan Felice Resce, all'Adunata degli alpini ad Asiago nel 2006

Vedi anche