Perchè presepi di Ponte Caffaro al plurale? Perchè la tradizione dei presepi cafferesi che da qualche anno vengono costruiti nella piccola casetta che affianca il campo sportivo, risale ancora alla fine degli anni cinquanta
La parrocchia di San Giuseppe era guidata allora dal compianto don Vigilio Marini, che porto in paese una ventata di novità e tanto entusiasmo nei giovani e nei ragazzi dell'oratorio, con le sue tante e nuove iniziative
Basta pensare che il cinema “Aurora” è stato realizzato da lui.
Allora le tv erano poche e il cinema era molto frequentato, anche se ad un tiro di schioppo, proprio passato il ponte tra il confine che demarca la provincia di Brescia da quella di Trento, c'era il cinema Santa Croce di Lodrone.
Le disfide dei due DON erano incentrate su chi proiettava il film più bello e recente, quindi tutto a favore del pubblico.
La censura cattolica con le sale parrocchiali ci andava pesante... e a volte anche il parroco stesso faceva diventar matto il macchinista, con tagli, e poi relativi incollaggi della pellicola, e il film perdeva sempre qualche fotogramma. Sembrava di essere al cinema Paradiso di Tornatore... erano permessi solo casti baci.
A tal proposito voglio ricordare il film “Marcellino pane e vino”, che ha fatto versare fiumi di lacrime a grandi e piccini in modo particolare alle nostre mamme.
Proiettato in anteprima al cinema di Strada di Pieve di Bono, richiamando la gente di tutta le Giudicarie, con proiezioni continue, le due sale cinematografiche dei due Don concorrenti, se lo disputarono poi al rialzo pur di averlo in anteprima.
Bei tempi..., dopo questo piccolo inciso, ritorniamo a don Vigilio e al suo primo presepio.
Vado a riprendere quanto scritto dai volontari dei presepi attuali, nell'articolo apparso sulla “Voce di Ponte Caffaro” numero tre del mese di dicembre 2017.
Articolo scritto in ricordo di don Rutilio Nabacino, che per molti anni ha guidato la comunità di Anfo.
Grande artista, scultore, pittore, coreografo, studiosi di fenomeni naturali, stupende le sue scenografie realizzate in chiesa in occasione delle feste. Alcune sue grandi opere in legno, sono state esposte per anni davanti alla canonica di Anfo.
Gli ultimi anni li ha passati nella sua Cerreto, collaborando con il parroco di Bagolino.
Anche egli nel 1979 collaborò con gli organizzatori dei presepi di Ponte Caffaro, con alcune sue creazioni, ma dando sempre consigli, ascoltati negli anni.
Ecco cosa scrivono:
”Siamo il gruppo che da tanti anni costruisce il Presepio nella nostra parrocchia.
Don Vigilio ne costruiva di molto belli sull'altare del Sacro Cuore nella nostra chiesa.
Noi allora eravamo molto, molto più giovani e all'inizio del nostro volontariato, pieni di entusiasmo, ma con poca esperienza, decidemmo di costruirne uno grande, nel magazzino della chiesa, quella che oggi è la sacrestia.
Quante cose ci insegnò allora don Rutilio: fu lui prima a prestarci e poi insegnarci a costruire il marchingegno che faceva scorrere l'acqua del fiume del presepio. Sempre lui ci insegnò a fare un rudimentale, ma ingegnoso sistema per creare gli effetti di luce”.
Merita senz’altro descrivere il sistema per i nostalgici degli effetti, nel presepio di una volta, che escogitavano di tutto per stupire, incantando i bambini e a volte commuovevano anche i grandi ...troppo facile con l'elettronica del giorno di oggi!
“Avevamo preso due secchi di acqua salata sopra i quali era fissato il cerchio di una ruota di bicicletta, sul quale scorreva una sottile cordicella alle cui estremità erano appesi due pezzi di piombo. Il tutto era alimentato da un motorino a 220 volt.
La ruota piano piano faceva scendere il piombo nell'acqua, che faceva variare l'intensità di corrente sulle luci, creando il giorno, il tramonto e la notte.
Tutto in barba alle più elementari norme di sicurezza, per fortuna che come manutentore del tutto, c'era la protezione di Gesù Bambino e nessun incidente di percorso abbiamo avuto nei tanti presepi realizzati negli anni.
Per noi ragazzi, che a quei tempi abbiamo operato senza le attuali luci a led, smartphone e internet, gli insegnamenti di don Rutilio si trasformavano in magia.”
Verso la fine degli anni 80, il presepio fu spostato e costruito dove viene esposto attualmente: campo sportivo, casetta adiacente.
I tanti volontari che si sono succeduti negli anni, hanno cercato di portare ogni volta novità scenografiche molto suggestive, spesso con ambientazioni paesaggistiche “bagosse”.
A tal proposito i miei ricordi vanno agli anni novanta.
Sono sempre andato a visitare con i miei bambini i presepi di allora.
In quel periodo trasmettevo gli eventi locali da “Tele Bondone” in collaborazione con un appassionato come me, Olivo Mantovani, che da semplice “carboner”, senza titolo di studio, lavorando e insegnando con la sua esperienza nelle ferriere e laminatoi, è diventato Maestro del Lavoro al pari di tanti colleghi super-titolati.
Ricordo ancora le riprese che feci allora e trasmesse poi il giorno di Natale.
I bravi “artigiani del presepio del Cafer”, avevano creato una Natività più grande del solito.
Gesù Bambino non era stato posto in una mangiatoia, ma “en de na cuna” in un piccola culla rudimentale, grezza, che aveva il fondo sagomato a mezzaluna. Muovendola e facendola oscillare “la ninava” (cullava) il Bambinello.
Splendido, commovente effetto, anche questo movimentato da un rudimentale congegno meccanico.
Norma Capelli è sempre stata una grande sostenitrice del presepio caffarese.
Se qualche volta i ragazzi volontari, poi giovani, ora uomini si sentivano un po’ demotivati, il suo incitamento è sempre stato forte “scherze mia...el presepe l'è da fà a stàn”. Il suo incitamento ai ragazzi: ”forza ragazzi il presepio bisogna farlo anche quest'anno!”
I parroci che si sono succeduti a guidare la comunità di Ponte Caffaro, dopo don Vigilio, hanno sempre creduto nel loro presepio e i tanti visitatori che ogni anno vanno a visitarlo hanno dato loro ragione.
Le offerte raccolte sono state sempre devolute per le necessità della chiesa locale.
Credo che la comunità caffarese debba un grosso grazie a tutti quelli, senza far nomi, che negli anni hanno portando avanti questa iniziativa, dedicando molte serate dopo il lavoro quotidiano, per far sentire alla gente, con le loro piccole opere d'arte presepiali che ”L' è Nadal amò na olta al Cafer!”
Auguri di Buone Feste da parte di tutti gli organizzatori, che vi aspettano per una preghiera davanti al loro presepio, naturalmente con i vostri bambini.
Gianpaolo Capelli
. in foto:
- foto 1 nativita' presepio 2019 foto di Gianpaolo Capelli
- foto 2 veduta d'insieme presepio 2019, foto di Franco Fenoli
- foto 3 paesaggio bagosso presepio anni 2000 foto Norma Capelli
- foto 4 particolare laghetto presepio 2019 foto di Gianpaolo Capelli