04 Novembre 2019, 10.10
L'opinione

Quale giustizia

di Valsabbin* Refrattar*

Lo scorso 9 ottobre, la Corte dei Diritti Umani di Strasburgo ha bocciato il ricorso presentato dall'Italia contro la sentenza del 13 giugno che condannava il regime dell'ergastolo ostativo, il cosiddetto "fine pena mai"


La motivazione che la Corte ha addotto è che l'ergastolo ostativo si pone in contrasto con l'art. 3 della Convenzione europea diretti umani che vieta la tortura, le punizioni degradanti e disumane, che di fatto negano la possibilità per il detenuto di intraprendere un percorso rieducativo, in quanto "al soggetto detenuto non è possibile eliminare anche la speranza di un recupero sociale, ma a costui va riconosciuta la possibilità di pentirsi e di avere una possibilità di miglioramento delle proprie condizioni".

Il ricorso presentato dall'Italia, sul tema di ergastolo ostativo di cui all'art. 4-bis dell'ordinamento penitenziario, aveva posto l'accento sulla pericolosità di certe condotte criminali, come quelle legate alle mafie e con ciò legittimando una reazione severa nei confronti di coloro che, aderendo ad una organizzazione mafiosa o terroristica, avessero come obiettivo quello di destabilizzare lo Stato.

Questa decisione, ricordiamo non vincolante per l'Italia, crea sicuramente un precedente importante che, oltre a mettere lo stato dinnanzi alle proprie responsabilità, potrebbe aprire la strada a numerosi altri ricorsi da parte di altrettanti detenuti che oggi versano appunto in condizioni disumane.

Questa sentenza ha avuto molto risalto sui media nazionali e ha scatenato tante reazioni, spesso rabbiose che hanno portato a tante domande. Tra le più ricorrenti 2, come si possa sconfiggere la mafia visto che la lotta si basa anche su queste pene e come chi è stato vittima possa avere davvero giustizia e vedere i colpevoli pagare per i propri crimini.

Pensare che una legislazione così possa sradicare un fenomeno sociale come è la mafia, nelle sue diverse denominazioni, che fonda le sue radici sulle ingiustizie sociali, è assolutamente folle; sono 30 anni che queste leggi sono attive e quei fenomeni non sono certo calati, anzi, e questo perché ne colpiscono solo le conseguenze e non certo le cause.

Per quanto riguarda la giustizia richiesta dalle vittime deve essere fatta una considerazione di premessa: i condannati all'ergastolo, possono usufruire di permessi "premio" dopo avere trascorso almeno 26 anni in prigione e questi possono essere accordati o meno. L'ergastolo ostativo, introdotto durante gli anni della legislazione di emergenza e di lotta alla mafia e terrorismo, nega di fatto la possibilità di usufruire di semilibertà o permessi e quindi in destino dell'ergastolano è quello di morire in carcere.

Queste persone devono trascorrere un periodo minimo di 26 anni in custodia dello stato che quindi avrebbe tutto il tempo avviare quei programmi di reinserimento, di recupero sociale che di fatto potrebbero portare in modo quasi naturale ad un cambiamento, all'ammissione e al pentimento. Ma le scelte finora adottate sono state quelle di definire queste persone eternamente colpevoli e quindi non meritevoli di alcun percorso o non meritevoli nemmeno della speranza.

Fatta questa premessa ci risulta davvero difficile comprendere come con questa vendetta rappresentata dal regime ostativo possa dare giustizia a chi è stato vittima e di come, privando gli ergastolani di qualsiasi legame con l'esterno, spesso anche sensoriale e sentimentale, possano pensare "redimersi" o possano scegliere di collaborare con lo stato.

Il carcere duro fortifica gli animi e ne estremizza i tratti ed è fucina per nuovi e vecchi integralismi.

Questo concetto è stato ben espresso da Agnese Moro, che al di là della vicenda personale che l'ha coinvolta, ha saputo rendere l'idea di quale sia la reale intenzione di queste leggi o di chi con la bava alla bocca si augura di vedere marcire persone in una gabbia.

"Ci sono purtroppo tante vittime e il dolore terribile di chi resta che deve essere accolto e curato. E' una responsabilità di tutti noi farlo. Ma, per esperienza, so che non si attenua e non passa perché il colpevole soffre; ma caso mai perché capisce le proprie responsabilità e cambia. Mi amareggia sempre vedere come, invece, il dolore delle vittime sia troppo spesso sfruttato come un'arma, da utilizzare contro provvedimenti che, se approvati o applicati, potrebbero far perdere qualche voto. Salvo poi dimenticare quelle stesse vittime quando chiedono piena applicazione delle leggi che le riguardano, l'apertura di archivi ancora inaccessibili e un po' di ricordo e di affetto reale per quelli che furono e saranno sempre i loro cari."

Scrivendo questo articolo le nostre menti e i nostri cuori ci portano a Mario Trudu, la cui storia è stata raccontata su questo giornale in questo articolo e nell'articolo che trattava della presentazione della mostra che si è svolta a Salò dal 12 al 19 ottobre dei suoi libri e dei suoi disegni.

Mario purtroppo non potrà vedere gli effetti di questa sentenza perché a seguito di alcune complicazioni successive all'operazione per un tumore, mal diagnosticato e non gestito per tempo, ha dovuto aspettare molti mesi per una tac, ci ha lasciati pochi giorni fa, dopo quasi 41 anni di carcere ininterrotto e senza potere vedere uno spiraglio di giustizia in tutta la sua vicenda.

Il nostro pensiero va a lui e a chi oggi, cerca giustizia, perché non è con le leggi o con la vendetta che si può sperare di vivere in un mondo giusto.

 





Vedi anche
17/12/2009 18:32

Sentenza europea Il consigliere regionale Vanni Ligasacchi prende posizione sulla recente sentenza della Corte di Giustizia europea che riguarda la caccia in deroga.

03/02/2022 09:56

«Sono tornato proprietario di casa mia» Dopo ben undici anni in cui l'inquilina occupava abusivamente la sua casa, un pensionato valsabbino è finalmente riuscito a riappropriarsene. Amara la riflessione sui tempi e i modi della giustizia

13/03/2012 08:31

«Un calcio alla giustizia» Si avvicinano tempi difficili per l'amministrazione della giustizia nel comprensorio Garda - Valsabbia.

09/02/2016 12:00

Aldo Moro: la giustizia riparativa Non sapevo cosa fosse la “giustizia riparativa” o meglio ne avevo memoria vaga pensando al Sud Africa e ai suoi tribunali per la “Restorative Justice”...

23/09/2017 08:00

«Cartello» del tondo, annullate le multe del 2009 La Corte di giustizia Ue ha accolto i ricorsi delle aziende contro l'accusa dell'Antitrust Europea, che vedeva coinvolte anche alcune imprese siderurgiche valsabbine




Altre da Terza Pagina
24/04/2024

25 Aprile, la Festa della Liberazione in Valle Sabbia

Le cerimonie di commemorazione e i momenti di festa per il 79° Anniversario della Liberazione nei comuni valsabbini e limitrofi

22/04/2024

Il Giappone arriva a Gardone Riviera

Accompagnata, tra gli altri, da Nicola Bianco Speroni del Rotary Club valsabbino, la signora Kobayashi, moglie del Console Generale del Giappone, ha visitato i giardini della Fondazione Heller

22/04/2024

Gino Bartali, l'eroe silenzioso

Per la rassegna “Altri Sguardi” questo mercoledì, 24 aprile, Federica Molteni in scena nello spettacolo dedicato al ciclista italiano che salvò centinaia di ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale

20/04/2024

L'Unione ristoranti del buon ricordo festeggia i 60 anni

Al sodalizio sono stati legati, nel corso degli anni, ristoranti valsabbini e gardesani che donavano ai commensali degli speciali piatti in ceramica decorati, ora oggetto di collezione

19/04/2024

L'attesa

Tutti noi abbiamo familiarità con l'attesa. Solitamente non la vediamo di buon occhio e, se fosse possibile accorciare i tempi per ottenere una determinata cosa, immagino che nessuno di noi si tirerebbe indietro. Ma l'attesa non potrebbe avere anche degli aspetti positivi?

17/04/2024

I Carminis Cantores sul podio al Concorso Città di Chiari

Il coro di Puegnago del Garda ha vinto il secondo premio al Concorso Corale Nazionale

15/04/2024

«Foglie al vento», Kaurismaki chiude la quadrilogia sul lavoro

Questo mercoledì, 17 aprile, al Cinema di Vestone la commedia amara del regisa finlandese, chiusura di una quadrilogia iniziata nel lontano 1986

14/04/2024

Gli attrezzi in legno di 4000 anni fa

Inaugurata alla presenza delle autorità la mostra “L’età del Legno. 4000 anni fa al Lucone” presso il Museo archeologico della Valle Sabbia

13/04/2024

La luce di Annalisa Durante

Annalisa Durante, la torcia che diffonde luce dovunque sia raccontata la sua storia

12/04/2024

Testimoni di Geova, la campagna contro le tossicodipendenze

La sezione valsabbina dei Testimoni di Geova è impegnata in un'importante campagna mediatica per combattere un fenomeno che coinvolge ormai circa 300 milioni di persone nel mondo