07 Luglio 2019, 08.09
Gavardo
Blog - Maestro John

Baronchelli musicisti, maestri... e attori

di John Comini

Mercoledì 10 luglio andrò a Brescia per assistere ad uno spettacolo interpretato da Matteo Baronchelli...


Nel chiostro del monastero di S. Cristo, poco sopra l’istituto Artigianelli, potrò vedere in scena Matteo, uno splendido giovane che ama il teatro e che ha intrapreso la difficile e stupenda arte dell’attore (del resto, la parola teatro è l’anagramma di attore).

Sapevo dalla mamma Mariella Bombardieri (brava psicopedagogista e scrittrice di numerosi libri) che Matteo era volato in Sicilia, al Teatro Biondo di Palermo, per recitare in “Spettri” di Ibsen.
E poi, grazie all’amico Sergio Baronchelli, ho potuto incontrarlo personalmente.
Mi ha commosso il suo entusiasmo verso il teatro e mi ha fatto felice sapere che ci sono ancora persone che credono in quest’arte tanto povera quanto antica e nobilissima.

Matteo Baronchelli è nato a Gavardo nel 1996, ed ha la stessa età della figlia di Sergio, la dolce e brava Maria.
Dopo la maturità scientifica è stato ammesso al triennio accademico 2015-18 presso la Scuola di Teatro di Bologna “Alessandra Galante Garrone” dove ha avuto il privilegio di lavorare con maestri come Walter Pagliaro, Lorenzo Salveti, Vittorio Franceschi, Mario Gonzales e Cèsar Brie (quest’ultimo ho avuto la fortuna di conoscerlo quando il Teatro Poetico Gavardo faceva spettacoli di strada).
L’Accademia annovera tra i diplomati, celebrità come Vittorio Franceschi, Stefano Accorsi, Lunetta Savino e Elena Bucci.

Matteo ha messo in scena una trilogia di monologhi sulla pedagogia (uno tratto dalle opere di don Milani) replicati anche all’Università Cattolica di Brescia e di Milano.
Dopo il diploma accademico sarà proprio il regista Walter Pagliaro (uno dei migliori del panorama europeo) a farlo debuttare a Palermo, dove avrà reciterà con Micaela Esdra e Massimo Venturiello.

Collabora, a Brescia, con realtà come il Teatro dell’Anima, diretto da Giuseppe Marchetti e la Residenza Idra, con la quale svolge il Corso di Alta Formazione 2018-19, avendo modo di lavorare con Giuliana Musso, Tindaro Granata e Serena Sinigaglia.
Sempre nel 2019 viene scelto per l’Alta Formazione biennale del Teatro di Roma. Incontra la regista Chiara Callegari con la quale collabora insieme al collega Filippo Beltrami, mettendo in scena “Emigranti” del polacco Mrozek.

Matteo è fondatore, insieme a sette ex-compagni d’Accademia, dell’Associazione Culturale “Artentato Teatro”.
W il teatro, caro Matteo…e in bocca al lupo per mercoledì!

Parlare di un bravo Baronchelli attore mi porta alla memoria alcune persone dalle medesime radici familiari.
A cominciare da Nestore Baronchelli, musicista di grande valore. A Gavardo si canta sempre la sua bella “Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo perché con la tua croce  hai redento il mondo. Salve o Croce, salve, salve o Croce, unica speranza.
Nasce a Leno nel 1886, dove il padre era stato nominato organista della chiesa abbaziale.

Nel 1890 la famiglia si trasferisce a Carpenedolo
, sempre seguendo il padre, che in quella parrocchia sarà organista per cinquant’anni.
Agli inizi del ‘900 il fratello Arturo, che gli faceva da guida musicale, si trasferisce a Salò come organista, ed è così che il giovane Nestore comincia a frequentare l’ambiente salodiano.

Nel 1907 Nestore entra come volontario in una banda militare a Brescia.
L’esperienza gli servirà nella sua attività di maestro di svariati complessi bandistici.
Nel 1915 viene arruolato e mandato in prima linea, dove rimane ferito.

A conclusione della guerra va a Vobarno, dove lavora come contabile in banca.
Nel 1920 si trasferisce definitivamente a Gavardo, essendo stato nominato direttore della locale banca.
Dal 1926 è maestro direttore della banda musicale di Sopraponte. Continua fino al 1953 la collaborazione con la banda di Polpenazze.
Suona il primo organo elettronico della Diocesi bresciana nella chiesa di Muscoline, dove incontra monsignor Piovanelli.

È impiegato al lanificio di Bostone, milita nelle file del movimento cattolico, dirige la banda e la Schola cantorum di Gavardo.
Già colpito dal dolore per la morte dell’adorata moglie, subisce una malattia polmonare.
Nell’ottobre del ’56 viene travolto da un motociclista mentre attraversa a piedi via Giovanni Quarena.  Muore al suono di un’ "Ave Maria" da lui composta. Era il 29 dicembre 1956.

La banda di Sopraponte, diretta prima dal compianto maestro Mario Mabellini e poi dal maestro Luigino Bertuetti (una persona di straordinario talento musicale, di livello internazionale), porta il nome di Nestore Baronchelli.
"La musica è gioia di vivere, è motivo per vivere meglio, ci fa dimenticare l’egoismo insito nell'uomo".

Il maestro Bertolotti del coro “La Faita” di Gavardo si è occupato della revisione e pubblicazione della molta musica ancora inedita di Nestore Baronchelli.
I manoscritti, custoditi e catalogati con cura dal nipote Danilo (padre di Matteo), hanno contribuito a rendere omaggio alla figura dell’importante musicista gavardese.

Il mitico Cecco Maioli lo ricorda sul Ponte:
“Con Nestore Baronchelli, abitavamo nella stessa contrada, i suoi locali diurni al pian terreno; dalla strada passando sotto le sue finestre, quando era a casa dal lavoro, si sentiva sempre a suonare il pianoforte.
Noi ragazzi giocando per strada specialmente nel periodo estivo, Baronchelli, quando scriveva dei mottetti lui veniva a chiamarci dentro e ci faceva provare a cantare e, dopo qualche battuta, lo si vedeva correggere alcune note e ci faceva ripetere la canzone più volte…
Grazie maestro Nestore Baronchelli, instancabile insegnante di tante canzoni emozionanti.”


Ma parlando della grande famiglia Baronchelli non posso non citare tre persone, che ho avuto la fortuna di conoscere ed apprezzare.
Il primo è il maestro Mario Baronchelli: secondogenito di sei fratelli, nasce a Gavardo il 2 marzo 1920.
Il padre è  Nestore e la madre Elisa Antonioli, originaria di Polpenazze.

Il giovane Mario, a 14 anni, viene inviato a Rovereto nel collegio dei Salesiani, dove nel 1938 consegue il diploma magistrale.
Arruolato in fanteria nel 1942, consegue il grado di sergente. Come tanti giovani suoi coetanei vive tragicamente gli eventi bellici di quel periodo: lo sbandamento del 1943, l’invio in Germania.
È congedato nel 1945.

Insegnante elementare prima a Serle, Prevalle, Levrange (dove ha conosciuto la moglie Cati) infine a Gavardo.
Oltre l’attività professionale, notevole è il suo impegno a favore della comunità. Responsabile del Centro di lettura presso le scuole di via S. Maria.
Primo presidente dell’Azione Cattolica gavardese del dopoguerra. Giudice popolare presso la corte di Assise di Brescia.
Presidente della Scuola Materna Ing. Giovanni Quarena dal ‘56 al ‘64. Membro della direzione provinciale e fiduciario di zona del Sindacato maestri.

Il 14 dicembre 1964 è eletto sindaco del Comune di Gavardo. Gli viene riconfermato il secondo mandato dal ‘70 al ‘75.
Alla sua amministrazione si devono la realizzazione delle scuole medie di via Dossolo e gli edifici della Scuola Materna e Asilo nido di Viale Ferretti. Nel 1984, alla fine della lunga carriera di insegnante, coordina la transizione della Scuola elementare delle suore Orsoline alla Scuola parificata parrocchiale e ne assume la direzione.
Intere generazioni hanno da lui appreso non solo i primi rudimenti del sapere (ricordo che utilizzava il giornale in classe per osservare con gli alunni le cose del mondo), ma anche le regole fondamentali della vita civica e morale.

Il maestro Simoni, in “lettera a un amico”, scrive:
“In qualsiasi campo, la tua dedizione non conosceva soste, il tuo impegno non cedeva a tentennamenti: sei sempre stato profondamente coerente al tuo ideale, sia che si trattasse di agire nell’ambito professionale, sia che il tuo lavoro ti portasse a svolgere delicati incarichi in campo civile.
Ho appreso dai tuoi familiari che in una lettera-testamento hai manifestato il desiderio che la notizia della tua morte non fosse resa nota attraverso avvisi murali; e inoltre che, come ultima volontà, chiedevi di venir tumulato insieme con i tuoi genitori: anche in questo ti sei dimostrato in linea con i principi che da sempre hanno informato la tua vita: cioè di vivere e di morire senza clamori e in tutta semplicità, fede a quell’ideale cui costantemente ti ispiravi nel tuo vivere quotidiano. Grazie, Mario!”


Ho avuto la fortuna di conoscere il figlio di Mario, Silvano, e di essergli amico: aveva una voce baritonale, e quando rideva vibravano i vetri dalla contentezza.
Era appassionato di musica classica, aveva i dischi dei più grandi compositori, ricordo che mi aveva registrato le musiche di Igor Stravinskij per lo spettacolo “Racconti di un pellegrino russo”.

Era una persona colta ma (come tutti i saggi) molto alla mano, è stato Presidente della Biblioteca Civica e si impegnava non solo a far progetti ma anche a spostare sedie ed a costruire palchi.
Silvano credeva nei valori della scuola, ed era sempre vicino ai bambini in difficoltà. Ha vissuto con coerenza, per un mondo migliore.
Silvano ci ha lasciati a soli 49 anni, il 28 novembre 2000. 
Per ricordarlo, suo fratello Federico aveva creato un poetico presepio realizzato insieme a Giorgio Facchetti e ad uno splendido gruppo di amici. Il presepio ha sempre attirato migliaia di persone, incantate dalla sua bellezza, dalle musiche celtiche e dalla cordialità (accompagnata da ottimo vin brûlé)…

A questo punto faccio…punto.
Mi piacerebbe parlare del mio amico Sergio e della sua splendida famiglia, ma ci vorrebbe un libro intero.
Però non posso non ricordare suo fratello Dario ed il figlio Filippo: tutti quelli che l’hanno conosciuto dicono fosse “un angelo sulla Terra”. Ora è in Paradiso, e sorride alla sua famiglia con un amore infinito.

Ci sentiamo la settimana prossima, a Dio piacendo,
maestro John

Nelle foto:
1) Matteo Baronchelli in una performance teatrale
2) Il maestro Mario con Guido Franchi e Monsignor Ferretti
3) Il mio grande amico Silvano
4) Foto di gruppo con Sergio (accosciato) ed il fratello Dario (in piedi, al centro)




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