16 Marzo 2019, 06.47
Eco del Perlasca

Mezzogiorno di... peperoncino

di Davide Lancellotti ed Elena Collini

Più di 30 in ospedale a causa di un gesto sconsiderato. Il punto di vista degli studenti


Il fatto

Grave fatto di cronaca quello che è successo qualche giorno fa all’ISS Perlasca di Vobarno, quando un alunno si è “divertito” a spruzzare dello spray urticante al peperoncino durante la prima ricreazione nel giro scala del secondo piano, causando più di 30 ricoveri - di cui 3 in codice giallo - negli ospedali di tutta la zona (Desenzano, Gavardo e Brescia), bloccando di fatto tutto il sistema di emergenza della Valle per circa 3 ore.
Dopo l’accaduto, il ragazzo si è costituito di sua volontà.

Le cause

Volendo, ci si potrebbe scrivere un intero libro di psicologia sulle cause di questo gesto, ma ci limiteremo a lasciare solo una serie di ipotesi, per lasciare a voi poi l’autonomia di pensare quella che ritenete possa essere la più probabile.

Per prima cosa c’è il più classico ma comunque pressante problema del bullismo, un singolo ragazzo, che si vede sottomettere anche la propria stessa esistenza, può vedere come unica soluzione quello che ha fatto. Usare un’arma (perché è un’arma) contro delle persone, magari danneggiando anche i colpevoli, ma causando anche danni a degli innocenti.

Una semplice scommessa con gli amici, una burla giovanile, finita con una scena ben peggiore di quella immaginata, che ha costretto un gran numero di persone a farsi ricoverare per accertamenti, senza inoltre contare i danni collaterali.

Una situazione familiare complicata, che ha distorto la sua visione della realtà, fino a portarlo a compiere un gesto estremo solo per avere una specie di considerazione da parte dei suoi genitori, che lo trascurano.
Ed infine, il gesto che noi riteniamo più egoistico di tutti, la notorietà. Non è il primo caso in cui un ragazzo compie qualcosa di estremamente irresponsabile solo per essere notato dagli amici, per essere considerato un “grande” da chi gli sta attorno. Gesto che alla fine lo emargina da tutti, che lo ritengono una specie di criminale. Questo non è il modo di farsi amici e non lo sarà mai.

Gli effetti

Lo spray al peperoncino, anche in basso dosaggio, è sempre un’arma e come tale causa dei danni più o meno gravi in base alla situazione.
Basti pensare solo a coloro che sono asmatici, il cui effetto irritante potrebbe anche scatenare una crisi epilettica, oppure quelli che sono allergici al peperoncino, il cui effetto porterebbe allo stesso risultato. Fortunatamente, nel nostro caso nessuno degli interessati aveva una o l’altra condizione di base, ma non sempre è così.

Lo spray, nella sua conformazione, causa una grave irritazione alle vie respiratorie e agli occhi, nello specifico, il gas si attacca alle pareti interne della gola irritandole spesso in maniera grave.
Nel caso degli occhi, si appiccica alla cornea, causando bruciore e senso di prurito. Ovviamente questi danni non sono permanenti e svaniscono anche in meno di un’ora.

La punizione

Leggendo i commenti su Vallesabbia news riguardo all’accaduto, non abbiamo potuto non notare come in molti, ben più di quelli che speravamo, si sono accaniti contro il ragazzo, addirittura alcuni suggerivano di prenderlo a “cinghiate” e di picchiarlo, come se le botte fossero una punizione accettabile.

Non lo sono, e non lo saranno mai, le punizioni prima di tutto servono a rieducare, e, sinceramente, picchiando tuo figlio, come lo educhi? A picchiare i suoi figli quando sarà grande? Non utile come istruzione, se possiamo permetterci.

Il nostro parere, sia come studenti di questa scuola che come persone civili, è quello di dargli sì una punizione - ovviamente punirlo è giusto, se lo merita - ma che sia prima di tutto utile ad educarlo. Quindi, lasciamo stare le cinture e gli oggetti da lancio, ma impegnamoci ad usare le parole, il cui uso non solo ha un potere più grande di mille torture, ma può aiutare questo ragazzo a diventare migliore.

C’è da dire che si è costituito di sua volontà, gesto onorevole a nostro parere, che lo rende già una persona migliore, capace di prendersi le proprie responsabilità.
Quindi il nostro consiglio è quello di educarlo facendogli capire la gravità del gesto in modo che non lo rifaccia una seconda volta.
La decisione finale va lasciata ovviamente al Consiglio d’Istituto, che si riunirà a breve, e che deciderà le sorti per i prossimi giorni di quest’anima in pena.

Siamo abbastanza fiduciosi che un atto del genere non capiterà mai più, anche perché le persone presenti, visto cosa solo una piccola bomboletta come questa possa fare, si sono rese conto di quanto panico e danno si possa creare.
Comunque, nello sfortunato caso dovesse ricapitare, speriamo che il colpevole si renda conto da solo di ciò che ha fatto.

Davide Lancellotti ed Elena Collini




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