26 Febbraio 2019, 09.20
Poliambulatorio Santa Maria

Il tumore della prostata oggi

di Prof. Antonelli

Il cancro della prostata è uno dei tumori più diffusi nella popolazione maschile e rappresenta circa il 20% di tutti i tumori diagnosticati nell'uomo. Fortunatamente il rischio che la malattia abbia un esito infausto è basso, soprattutto se si interviene in tempo 


Il cancro della prostata è uno dei tumori più diffusi nella popolazione maschile e rappresenta circa il 20 per cento di tutti i tumori diagnosticati nell'uomo: le stime, relative all'anno 2017, parlano di 34.800 nuovi casi l'anno in Italia, ma il rischio che la malattia abbia un esito infausto è basso, soprattutto se si interviene in tempo.
 
Uno dei principali fattori di rischio per il tumore della prostata è l’età: le possibilità di ammalarsi sono molto scarse prima dei 40 anni, ma aumentano sensibilmente dopo i 50 anni e circa due tumori su tre sono diagnosticati in persone con più di 65 anni. 
 
Quando si parla di tumore della prostata un altro fattore non trascurabile è senza dubbio la familiarità: il rischio di ammalarsi è pari al doppio per chi ha un parente consanguineo (padre, fratello eccetera) con la malattia rispetto a chi non ha nessun caso in famiglia.
 
Non meno importanti sono i fattori di rischio legati allo stile di vita: dieta ricca di grassi saturi, obesità, mancanza di esercizio fisico sono solo alcune delle caratteristiche e delle abitudini poco salubri, sempre più diffuse nel mondo occidentale, che possono favorire lo sviluppo e la crescita del tumore della prostata.
 
Nelle fasi iniziali il tumore della prostata è asintomatico, i sintomi urinari del tumore della prostata compaiono solo nelle fasi più avanzate della malattia: difficoltà a urinare (in particolare a iniziare) o bisogno di urinare spesso, dolore quando si urina, sangue nelle urine o nello sperma, sensazione di non riuscire a urinare in modo completo...
 
Nella valutazione dello stato della prostata, il medico può decidere di eseguire il test del PSA e l'esplorazione rettale. È molto importante che la diagnosi sia eseguita da un medico specialista che prenda in considerazione diversi fattori prima di decidere come procedere.
 
L'unico esame in grado di identificare con certezza la presenza di cellule tumorali nel tessuto prostatico è la biopsia prostatica per via trans-rettale o per via trans-perineale, che si svolgono in ospedale in genere con la sola anestesia locale. 
 
La risonanza magnetica multiparametrica è diventata oggi un esame fondamentale, in alcuni casi per decidere se e come sottoporre il paziente a tale biopsia, in molti casi per guidare la terapia. E’ un esame “superspecialistico” che deve essere svolto da radiologi dedicati ed esperti, altrimenti può dare informazioni fuorvianti.
 
Con la biopsia, la risonanza ed altri esami da fare in base alle caratteristiche del singolo caso (PET, scintigrafia, TAC) Il tumore della prostata viene classificato in base al grado, che indica l'aggressività della malattia, e allo stadio, che indica invece lo stato della malattia.
 
Questi elementi, insieme all’età ed alle patologie del paziente, oltre che alle sue aspettative, determinano quale sia la terapia più idonea per la malattia. Oggi sono disponibili infatti molti tipi di trattamento, ciascuno dei quali presenta benefici ed effetti collaterali specifici e la scelta deve essere condotta dall’urologo, eventualmente con il consulto anche di altri specialisti come radioterapista ed oncologo, dopo un'attenta analisi.
Nei pazienti con malattie molto iniziali e poco aggressive, spesso oggi si decide invece di attendere nel decidere se proseguire il trattamento, sottoponendo inizialmente il paziente solo a dei controlli.
 
Quando si parla di terapia attiva, invece, la scelta spesso ricade sulla chirurgia radicale. La prostatectomia radicale - la rimozione dell'intera ghiandola prostatica e dei linfonodi della regione vicina al tumore - è curativa se la malattia risulta confinata nella prostata. Grazie ai notevoli miglioramenti degli strumenti chirurgici, oggi l'intervento di rimozione della prostata può essere effettuato con tecnica mininvasiva laparoscopica robot-assistita. 
 
Per la cura della neoplasia prostatica, nei trattamenti considerati standard, è stato dimostrato che anche la radioterapia a fasci esterni è sovrapponibile alla chirurgia, con risultati simili a quelli della prostatectomiaradicale in termini di sopravvivenza e di radicalità oncologica.  Spesso tuttavia richiede di essere associata a un trattamento ormonale per essere più efficace. 
 
Un'altra tecnica radioterapica che sembra offrire risultati simili alle precedenti nelle malattie di basso rischio è la brachiterapia, che consiste nell'inserire nella prostata piccoli "semi" che rilasciano radiazioni. 
 
Quando il tumore della prostata si trova in stadio metastatico, a differenza di quanto accade in altri tumori, la chemioterapia non è il trattamento di prima scelta e si preferisce invece la terapia ormonale. 
 
Per concludere, la diagnosi di un tumore della prostata rappresenta un momento difficile nella vita del paziente. Tuttavia, se questa avviene in un momento sufficientemente precoce, le terapie disponibili sono diverse e molto efficaci. Nel caso sfortunato che si venga colpiti dalla malattia, serve infine rivolgersi a professionisti preparati, che lavorino in centri ad alto volume e con la possibilità di offrire tutte le terapie possibili, per scegliere con loro la cura migliore.
 
Prof Alessandro Antonelli,
Università degli studi di Brescia, Unità di Urologia ASST Spedali Civili di Brescia
 
 
 
 


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