Fiumi di contanti dalla Slovacchia, coinvolti valsabbini

Gli agenti della Guardia di Finanza della compagnia di Gorizia questa settimana hanno messo a segno un’operazione che colpisce in pieno anche diversi bresciani e il territorio della nostra provincia, compresa la Valle Sabbia.

Si tratta dell’indagine “Stare Mesto” che ha portato a denunciare 39 persone e a scoprire una maxi frode fiscale, connessa al riciclaggio, per un importo di oltre 44 milioni di euro. E dei 39 coinvolti, 17 sono bresciani e tra loro dieci sono rappresentanti di aziende che avrebbero emesso o beneficiato delle fatture false per creare costi fasulli e quindi falsi crediti.

Tutto era partito nel marzo del 2015 quando una pattuglia delle Fiamme Gialle aveva fermato alla frontiera friulana un’auto arrivata dalla Slovacchia e con a bordo un bresciano, un bergamasco e un veronese. Con loro, nascosti sotto un sedile, c’erano oltre 217 mila euro in contanti in banconote da 500 euro.

Le perquisizioni si erano poi estese alle loro case dove c’erano documenti riferiti a società attive in Ungheria e Slovacchia, nella zona di Stare Mesto (ecco perché il titolo dell’operazione della Finanza) a Bratislava. Proprio qui si sono scoperti conti correnti aperti nelle banche locali e intestati a venticinque aziende italiane che si occupano di metalli ferrosi e produzione e vendita di rottami.

Tutte imprese di Livorno, Bergamo, Verona, Padova e Monza, ma anche una decina bresciane tra Castenedolo, Ghedi, Agnosine, San Zeno Naviglio, Lumezzane e Bagolino. Dell’operazione fanno parte anche persone che avrebbero viaggiato tra Italia e Slovacchia e chiamate a nascondere in vani sulle proprie auto delle ingenti quantità di denaro.

Tra loro, nove sono bresciani residenti a Pisogne, Calvagese della Riviera, Gavardo, Vestone e sul lago d’Iseo tra Sarnico, Lovere e Riva di Solto. Alcuni dei bresciani sono già noti alle forze dell’ordine per vari precedenti.