Tempo di ottavi

Messi e l'impalpabile Argentina a guida Sampaoli cedono il passo ad una Francia superlativa, trascinata da un grande Mbappé che si procura un rigore (trasformato da Griezmann) e mette a segno una doppietta. Gol da cineteca e verticalizzazioni non lasciano spazio alla noia, né ai rimpianti. Il risultato finale recita 4a3 per il galletti transalpini, con Messi non pervenuto e col solo Di Maria a provarci.

Il quarto di finale vedrà i Blues affrontare l'Uruguay del maestro Tabarez. La Celeste ben messa in campo dallo storico ct, affronta il Portogallo a viso aperto, affidandosi alle giocate dei suoi due attaccanti, che confezionano l'1a0 dopo pochi minuti (assist di Suarez, testa di Cavani), col Matador che replica magnificamente nella ripresa in azione di contropiede, dopo che Pepe aveva pareggiato i conti di testa su calcio d'angolo. Cristiano Ronaldo resta imbrigliato nella ragnatela orchestrata dai sudamericani, e non riesce ad incidere nel match.

Spagna a casa, Russia ai quarti. Strano, ma vero. La Roja cede ai rigori ai padroni di casa. Eppure era passata in vantaggio grazie ad autogol dopo pochi minuti, raggiunta da un rigore da Dzyuba nel secondo tempo. Russi che non attaccano praticamente mai, e iberici votati al tiki taka, ma che non concludono. La lotteria dei rigori è fatale a Iniesta e compagni. Russia ai quarti quasi senza merito, dove si confronterà con le ambizioni di una Croazia non proprio brillantissima nell'opporsi ai danesi.

Due gol nei primi quattro minuti (Jorgensen su mischia al 1^ e Mandzukic tre minuti dopo) e tanta Danimarca per quasi tutto l'arco dei 120 minuti. La Croazia soffre, con Modric e Rakitic che non si accendono mai, mentre i danesi giocano ordinati e decisi, puntando spesso l'area avversaria, anche se con scarso successo. A due minuti dai rigori, Modric ha l'opportunità di segnare il 2a1 (fallo di Jorgensen su Rebic), ma dal dischetto Schmeichel lo neutralizza con freddezza. Qualche minuto più tardi protagonisti saranno i portieri, con Subasic che ne para uno in più del collega danese, consegnando alla sua nazionale il quarto di finale, ma lasciando all'avversario l'onore delle armi.

Brasile vittorioso su un Messico vivace e propositivo, ma che quasi mai impensierisce i verdeoro. Neymar fa 1a0 su bella iniziativa personale di Willian; Firmino la chiude a cinque dal termine. Sudamericani scolastici e lontani anni luce da quelle che furono Seleçao storiche, ma anche decisamente concreti e di alta qualità in fase d'interdizione e di ripartenza. Nei quarti li attende il Belgio, autore di una grande rimonta ai danni del Giappone.

Nipponici che mettono a nudo tutti i problemi di equilibrio degli uomini di Martinez, e dopo un primo tempo a reti inviolate, si portano sul 2a0 a mezzora dal termine. Il tecnico dei Diavoli rossi però azzecca i cambi, e complice un errore del portiere avversario, prima accorciano e poi pareggiano col subentrante Fellaini. La beffa arriva al 94esimo, in contropiede e sempre con un altro subentrante (questa volta Chadli).

Una Svezia "all'italiana" supera di misura la Svizzera, e dopo l'exploit offerto nel girone, replica affidandosi ad una difesa invalicabile ed alle ripartenze, conquistando così il quarto di finale. Decide Forsberg da fuori area (tiro deviato) con gli elvetici poco incisivi e quasi mai pericolosi.

Quarto che vedrà gli scandinavi opposti all'Inghilterra, che riesce a sfatare il tabù rigori, superando la Colombia in un match acceso fino all'ultimo istante. Inglesi avanti con un penalty del solito Kane (capocannoniere con 6 reti), raggiunti a tempo scaduto da un colpo di testa di Mina. Si lotta per tutti i supplementari, poi dal dischetto sono fatali gli errori di Uribe e Bacca.

Francia - Uruguay (con Cavani assente per infortunio) e Brasile - Belgio da un lato; Croazia - Russia e Inghilterra - Svezia dall'altro. Gli ottavi hanno decretato il loro verdetto. Ora la parola passa ai quarti. Per un Mondiale bello ed avvincente, dove nessun incontro è scontato. Lo sanno bene Spagna, Argentina e Portogallo.

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