14 Febbraio 2018, 15.45
Valsabbia Provincia
Gas radioattivo

Il problema del radon

di Federica Ciampone

Un gas radioattivo tanto cancerogeno da essere considerato la seconda causa di tumore al polmone dopo il fumo. Vediamo qualche dato sulle situazioni di rischio e le misure preventive nei Comuni bresciani e in particolare in quelli valsabbini


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Secondo quanto emerso da un’indagine dell’Istituto Superiore della Sanità, la Lombardia – insieme al Lazio – è la regione in cui la sua concentrazione media è più alta. A Brescia, in particolare, secondo l’Arpa ci sono ben 25 Comuni ad alto rischio.

Parliamo del radon, un gas nobile radioattivo, incolore e inodore, derivante dal decadimento radioattivo dell’uranio.
 
Il radon, che può fuoriuscire naturalmente dal sottosuolo, è tanto cancerogeno da essere considerato la seconda principale causa di tumore al polmone dopo il fumo. Le sue particelle radioattive, una volta inalate, danneggiano il tessuto polmonare e bronchiale. 

E se all’aperto i rischi sono relativamente bassi, nei luoghi chiusi e con scarsa ventilazione il gas radon può accumularsi e diventare molto pericoloso.
 
L’obiettivo della Regione Lombardia per l’anno in corso è quello di superare la soglia del 10% di Amministrazioni che abbiano previsto nei rispettivi regolamenti edilizi misure di prevenzione della concentrazione di radon. Nel territorio bresciano siamo già – non che sia molto - a quota 13%.
 
In Valle Sabbia i Comuni a maggior rischio (oltre il 20%) sono Gavardo, Villanuova sul Clisi, Roè Volciano, Sabbio Chiese, Odolo, Agnosine, Vobarno e Vestone; subito dopo, con una percentuale di rischio che va dal 10% al 20%, troviamo Paitone, Vallio Terme, Preseglie, Bione, Casto, Idro e Bagolino.

Rischio medio – basso (dall’1% al 10%) per Provaglio Valsabbia, Barghe e Mura, mentre per i Comuni di Serle, Treviso Bresciano, Lavenone, Anfo, Pertica Bassa, Pertica Alta e Capovalle – cui si aggiungono i Comuni di Muscoline e Prevalle – il rischio è inferiore all’1%. 
 
Le percentuali di rischio, individuate dall’Arpa, si ottengono moltiplicando la probabilità del superamento del livello di radon di 200 Bq/m3 per il numero di abitazioni presenti nel Comune. 
 



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