Gasp!
di Luca Rota
La sua Dea delizia il Belpaese e l’Europa. Ha espugnato Liverpool (sponda Everton), Milano, Napoli e Roma. Non è caduto al cospetto della Juve, né ha demeritato contro l’Inter…
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Gianpiero Gasperini non lo scopriamo oggi, né risulta essere la sorpresa di questo campionato. Semmai è una solida realtà. Se Percassi l’ha voluto fortemente, e non lo ha mandato via dopo i primi deludenti risultati all’inizio della scorsa stagione, un motivo c’era.
Sin dai tempi del Crotone tra la C1 e la B, il Gasp si è sempre distinto per la valorizzazione dei giovani. Gli undici titolari delle sue squadre ne contano sempre tantissimi. Proprio nella Genova rossoblù, questo mix perfetto di under e profili esperti, gli ha regalato diversi ottimi campionati e ben due qualificazioni in Europa League (per differenza reti non furono preliminari di Champions nel 2008), una delle quali non disputata per mancata concessione della licenza Uefa.
Che sia 3-4-3, o 4-3-3, il Gasp predilige un gioco propositivo, veloce sugli esterni, con questi ultimi punti cardine, chiamati agli straordinari anche in fase difensiva; i mediani invitati a buttarsi negli spazi aperti da punta e ali (resta uno dei pochi ad utilizzare l’ala vecchio stampo), con la difesa a tre solida e costruttrice di gioco, e la palla sempre rigorosamente a terra.
L’Inter lo liquidò in fretta, e in modo assai vile. In più non aveva dalla sua lo spogliatoio, e si sa che se osteggiato dai giocatori, un allenatore può fare ben poco anche se munito di buone e chiare idee. Cosa accaduta al contrario col Genoa, in particolar modo nelle stagioni che videro in rosa la presenza di gente di livello superiore (Thiago Motta, Milito), presa a mo’ di scommessa da Preziosi, e rivitalizzata dallo stesso Gasp. Ma grande importanza va allo zoccolo duro composto da calciatori fedeli ai suoi schemi (Marco Rossi, Juric, Palladino, Sculli, Milanetto).
Ora Bergamo, dove già l’anno scorso è arrivato quarto (ed in Europa League dalla porta principale), e dove ha creato plusvalenze enormi valorizzando elementi provenienti dal vivaio e non (Conti, Kessie, Gagliardini, Caldara e Spinazzola), venduti a cifre altissime alle grandi. E quest’anno si replica, senza perdere in risultati (nonostante l’impegno su tre fronti), aspettando le plusvalenze di fine campionato.
Comunque vada è sempre bello veder giocare le sue squadre. Perché Gasperini è uno che accontenta tutti, dai presidenti ai tifosi, passando per i suoi calciatori. Si parla addirittura di lui come nuovo ct azzurro, anche se lì mi verrebbe da pensare che non starebbe a suo agio. È d’esempio la già non esaltante parentesi di Ventura, che dimostra (esperienza a parte) come allenare un club sia cosa differente dal fare il selezionatore.
Perché per trasmettere filosofie calcistiche non basterebbero i pochi incontri annuali, né gli stages preposti. Ci vuole tempo e lavoro. Quindi godiamocelo in quel di Bergamo, senza chiedergli ciò che non potrebbe esaudire. O che magari potrebbe, ma ricordiamoci che in fondo è solo un uomo, il Gasp. Uno che allena alla grande.
Perché per trasmettere filosofie calcistiche non basterebbero i pochi incontri annuali, né gli stages preposti. Ci vuole tempo e lavoro. Quindi godiamocelo in quel di Bergamo, senza chiedergli ciò che non potrebbe esaudire. O che magari potrebbe, ma ricordiamoci che in fondo è solo un uomo, il Gasp. Uno che allena alla grande.
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