Sguardi a «L'Ultimo con gli ultimi»

C’era lo sguardo degli organizzatori:
preoccupati che tutto vada per il meglio e, in fondo in fondo, anche, giustamente,  un po’ orgogliosi per la grande opera che ogni sera compiono.

C’era lo sguardo dei volontari:
attenti che tutti abbiano il giusto; premurosi che non si crei confusione; impegnati a dire una parola e a dare un sorriso a tutti, ma … proprio a tutti.

C’era lo sguardo degli “Ultimi”:
prima diffidenti perché preoccupati di conquistarsi il pasto caldo; poi timorosi che dietro alle parole dei volontari si potesse nascondere un tranello; infine sorridenti e felici perché, nuovamente, possono gustare l’emozione di essere “guardati”.

C’era lo sguardo dei clown:
invitati anche quest’anno a “dare una mano”, in linea con lo spirito della loro Associazione, distribuiscono sorrisi ed allegria a destra e a manca, convinti che, anche qui, anche stasera, è possibile dimostrare che il “Viviamo in positivo” è bello.

C’era lo sguardo degli amici dei volontari:
orgogliosi dell’impegno dei loro amici, passano per un saluto veloce, per portare un po’ di affetto e di auguri a chi, anche stasera, pensa agli altri, prima che a se stesso.

C’era lo sguardo dei sacerdoti:
loro che, negli “altri” riescono a vedere l’Altro, ci invitano all’accoglienza incondizionata, così che mai nessuno possa sentirsi solo ed abbandonato come si sono trovati Maria e Giuseppe nella stalla di Betlemme, mentre attendevano la nascita di Gesù.

C’era lo sguardo dei giornalisti:
preoccupati di prendere appunti, di cogliere informazioni interessanti, di scattare fotografie e realizzare riprese adeguate per il servizio televisivo e per l'articolo da pubblicare sul quotidiano; sanno che la diffusione dei messaggi che si respirano stasera passa anche attraverso il loro impegno.

C’era lo sguardo dei curiosi:
quelli che passano di fretta sul marciapiede accanto, che non vorrebbero guardare, ma che, alla fine, cedono, voltano il viso verso questa parte e … sorridono.

C’era lo sguardo degli automobilisti:
di corsa ed in ritardo come sempre, ma obbligati a fermarsi dal semaforo dispettosamente rosso; guardano con sorpresa e stupore, alcuni con disappunto e commiserazione, ma, la maggior parte di loro, con stima ed una piccola punta di invidia nei confronti di chi, al giorno d’oggi, riesce, nella normalità, a fare una cosa tanto grande.

C’era lo sguardo di chi è venuto apposta:
avrebbero potuto accettare altre proposte, partecipare ad altre iniziative, ballare in altre feste con gente “pulita”; invece, hanno preferito venire qui.
Regalano parole e tanti sorrisi; prestano la loro voce a chi vuole cantare  ed il loro ritmo a chi vuol  ballare.

C’era lo sguardo di Sonnolento e di Michele:
questi due non riescono ancora ad essere due diverse persone: dove arriva Sonnolento, c’è subito anche Michele e dove si muove Michele, si trova sempre anche Sonnolento.
All’inizio incuriosito ma un po’ timoroso, poi contento di essere lì, spontaneamente impegnato a divertire divertendo, con il cuore aperto ad accogliere i sorrisi sdentati, le strette di mano unte, le parole non sempre connesse e comprensibili … degli “Ultimi”;
infine, molto stanco, ma tanto soddisfatto.

E c’era anche lo sguardo del 2018:
innocente e curioso, guarda tutto con molta partecipazione e, sorridendo, dice a ciascuno di noi: “Senza di te, io non ce la posso fare!”

Forza, allora: adesso tocca a noi!
Buon anno nuovo a tutti.

Un abbraccio.

In foto: il vescovo di Brescia Pierantonio Tremolada saluta i clown a “L’ultimo con gli ultimi” (da www.lavocedelpopolo.it)

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