01 Dicembre 2017, 16.00
Sabbio Chiese
Incontri

Mafia, cittadini e Stato, la parola a Nando dalla Chiesa

di Enneci

L’incontro, dal titolo «A proposito della Mafia, dei cittadini, dello Stato», si è tenuto lo scorso mercoledì, 29 novembre, a Sabbio Chiese all’interno della rassegna “Altri Sguardi”
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Si è svolto lo scorso mercoledì sera presso il teatro “La Rocca” di Sabbio Chiese un incontro dal titolo “A proposito della mafia, dei cittadini e dello Stato”. Una serata per cercare di levare quel velo che nasconde la presenza della criminalità organizzata in Lombardia con l’aiuto del prof. Nando dalla Chiesa, che ha narrato la sua esperienza personale con la mafia sotto le domande incalzanti del consigliere regionale Gian Antonio Girelli (presidente della Commissione Regionale Antimafia) in veste di intervistatore.
 
Fino a pochi anni fa la presenza delle organizzazioni mafiose in Lombardia era addirittura negata da certi settori delle istituzioni. Sapere che pochi giorni fa sono stati confiscati 35 appartamenti a Torbole Casaglia avvicina quei riflettori che nella nostra percezione erano puntati solo su alcune regioni del sud o al massimo nelle grandi città. 
 
Tutto questo invece ci dà la rappresentazione di un fenomeno sotterraneo, strisciante e volutamente circondato da un’aura impenetrabile che, solo attraverso notizie come quella delle confische a Torbole, si dimostra capace di inserirsi persino in paesi sconosciuti ai più.
Le ricerche svolte dal prof. Dalla Chiesa e dai suoi studenti, invece, forniscono la mappa di una regione in cui la ’ndrangheta è altamente infiltrata in settori produttivi quali il movimento terra e la produzione di cemento.

Da una rilevazione commissionata da Regione Lombardia e svolta dal team coordinato dal professore si è rilevato che vi sono almeno un centinaio di casi di consiglieri comunali fatti oggetto di intimidazioni.
“Un esercito in guerra non potrebbe desiderare di meglio di affrontare un avversario che non riesce a vederlo”. In queste parole di Nando dalla Chiesa c’è tutto il problema legato alla capacità di queste organizzazioni di arrivare ovunque.
 
Quali sono i segnali che dovrebbero farci scattare il campanello d’allarme?
Da ciò che emerge dalle indagini, il fatto che il mafioso, contrariamente a ciò che si pensi, non si è evoluto: “non veste in giacca e cravatta e non gira con la 24 ore al seguito. Non manda i figli a studiare a Oxford e le decisioni non le prende all’ultimo piano di un grattacielo in una grande città”.
 
Molto più prosaicamente il mafioso attuale non sa come investire ma “si dota di mercenari che lo fanno per lui”, le decisioni le prende in un bar o in una pizzeria vicino ai luoghi in cui esercita il potere e non ha bisogno di cultura per esercitare il potere perché non ha paura di ricorrere alla violenza.
 
Tutto ruota attorno alla parola “Potere”. Il potere, anche attraverso l’esercizio della forza, genera affari.  Come si crea il potere? Attraverso “operazioni mirate” come aprire un bar a ridosso di Galleria Duomo a Milano, così come scoperto dal professore in veste di consulente esperto di antimafia del Comune.
 
Perché aprire un innocuo esercizio commerciale come un bar? Perché nel bar transitano persone che vanno in Comune, magari amministratori o impiegati. Tutto catalogabile sotto la voce “conoscenze”. Perché “i mafiosi saranno pure ignoranti, ma sono bravissimi a capire le debolezze delle persone”.
 
Le nostre paure, le nostre debolezze sono la porta d’ingresso per le organizzazioni mafiose nei nostri territori, e il fatto di non vederle ci dà una sorta di scusa per la nostra inazione.
 
L’esempio dei fatti di Ostia calza alla perfezione per spiegare questi processi. Dove arriva la mafia cambiano le regole del gioco. Ognuno di noi dovrebbe “essere a posto”, ma la paura porta le persone a girarsi dalla parte opposta e far finta di nulla, alimentando il potere distorto in mano a questi clan.
 
Non pensiamo di essere esenti dal fenomeno mafioso nelle nostre zone. Dalle analisi svolte dal team di dalla Chiesa emerge che la zona del lago di Garda vede la presenza di tutte e quattro le maggiori mafie italiche: ’ndrangheta calabrese, mafia siciliana, camorra campana e sacra corona unita pugliese. Non ritenendo sia un primato positivo, che parte vogliamo assumere: gli onesti, i collusi, i codardi o gli inconsapevoli? 
 

Al partecipato incontro col figlio del generale Dalla Chiesa, con la sua telecamera, c'era anche il nostro Armando Ponchiardi. Ecco il video. 
 
 
 
 



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