Siria, il pianto silenzioso nel silenzio del mondo

Si è svolta venerdì sera presso la sala consiliare di Villanuova sul Clisi il primo incontro della serie “Percorsi ai limiti”, organizzato dall’associazione “La rosa e la spina” sulla “Siria, il pianto silenzioso nel silenzio del mondo”.

Relatori dell’incontro i dottori Noura Warrak e Al Issa Abdul-Gheni, entrambi venuti in Italia trenta anni orsono per studiare medicina e coniugi nella vita.
La storia di queste due persone ricalca, forse con modalità e tempistiche più fortunate, la storia di decine di migliaia di siriani costretti a cercare una vita lontano da guerre e dalla morte.

L’intervento del Dottor Abdul-Gheni si è incentrato sulla evoluzione storico politica dell’attuale Siria: partendo dalla divisione del medio oriente post seconda guerra mondiale con la nascita della Repubblica Siriana e i vati colpi di Stato successivi alla rivoluzione araba di inizio anni ’60, alla presa di potere di Assad padre nel 1970 che ha retto le redini della nazione fino alla sua morte avvenuta nel 2000 e alla successione dinastica di suo figlio Bashar.

Nel 2011 scoppia la cosiddetta “primavera araba” che si propaga velocemente in quasi tutti i paesi che si affacciano sul Mediterraneo, con proporzioni nettamente inferiori in Siria a causa del forte controllo esercitato dagli apparati di Stato, ma che piano piano prende piede in seguito a richieste di maggiori diritti da parte della popolazione.

Negli ultimi anni il conflitto interno si è allargato a macchia d’olio, coinvolgendo attori del tutto estranei alla contesa: Hezbollah, Iran, Turchia, Russia, Usa e il famigerato Stato Islamico.
In pratica il territorio siriano è diventato un tragico risiko in cui si scontrano varie fazioni per interessi diversi l’uno dall’altro. La previsione del relatore infatti è che alla fine la Siria sarà divisa tra le varie parti che si combattono in questo momento.

All’interno di questa tragedia umanitaria c’è la popolazione che, sotto fuoco incrociato da più parti, cerca di scappare e trova riparo nei campi profughi a ridosso del confine con la Turchia.
Noura Warrak ha esposto il lavoro della associazione “Insieme si può fare” proprio in questi campi dove manca tutto quello che serve per vivere in maniera dignitosa. Gli sforzi della associazione sono finalizzati al fornire queste popolazioni di tutto ciò che può essere loro utile: presidi sanitari, cibo, vestiario, supporto medico e fisioterapico, animazione per i più piccoli fino alla costruzione di un campetto di calcio.

Le immagini proiettate sul maxischermo parlano di guerre dimenticate, guerre che non vedendoci direttamente coinvolti passano in sordina ai più ma che si svolgono non molto lontano da noi e i cui effetti si protrarranno per anni e avranno i loro effetti anche su chi ora rimane ignaro di quanto accade.