Situazioni di indicibile sofferenza

Per serata di martedì 14 febbraio, per la rassegna “Percorsi migranti” organizzata dall’associazione “La rosa e la spina” incontriamo Alganesh Fessaha che dal 2003 guida l’associazione umanitaria “Gandhi”.

 L’associazione si prefigge il compito di aiutare i cittadini eritrei in fuga dalla dittatura in cerca di una vita migliore.

Nei campi profughi dell’Etiopia, nelle prigioni egiziane o nel deserto del Sinai, i membri dell’associazione si prodigano quotidianamente per condurre fuori da situazioni disperate migliaia di persone.

Anche questo martedì sullo schermo si susseguono immagini di indicibile sofferenza, accompagnate dalla viva voce della dottoressa Fessaha: corpi recuperati nel deserto, mutilazioni, violenze su minori. La tratta degli esseri umani passa anche attraverso il traffico degli organi che si è spostato dall’Egitto alla Libia.

Libia che attualmente è il primo canale di emigrazione verso l’Italia e specialmente verso Lampedusa. Isola che nei racconti della dottoressa rappresenta un ideale filo rosso con la serata di martedì 7 nelle storie di accoglienza narrate dai residenti.

Le “nuove” rotte di emigrazione pare si stiano spostando verso Alessandria d’Egitto, dove miglia di profughi sono in attesa di condizioni meteo-marine migliori e con loro tutte le ataviche problematiche legate al fare dell’accoglienza un sistema stabile e collaudato, altro punto di contatto con quanto emerso nella serata di martedì scorso.

Gli incontri proseguiranno martedì prossimo con “Testamento biologico e autodeterminazione” che vede in qualità di relatori Gisella Bottoli e Beppino Englaro.