Giuseppe Mora e la Cascina Ronchi, agricoltori per passione

“La mia è una famiglia di agricoltori. Mio nonno paterno era un mezzadro, lavorava le terre degli altri; mio zio allevava gli animali e mio padre coltivava ortaggi e tagliava la legna. La passione per questo lavoro mi è stata tramandata fin da piccolo: mi sono sempre piaciuti molto gli animali e da bambino avevo addirittura una mucca tutta mia nella stalla”. Giuseppe sorride ricordando la sua infanzia a contatto con la natura e gli inizi dell’attività di famiglia.

 “Ho seguito le orme di mio padre e ne porto avanti l’attività. Ad un certo punto mi sono stancato di lavorare come dipendente e ho deciso di mettermi in proprio: circa 15 anni fa ho iniziato a lavorare in agricoltura con un piccolo allevamento di capre – da sempre i miei animali preferiti – per poi specializzarmi anche nel settore boschivo del commercio e del taglio della legna”, ci spiega Giuseppe, che attualmente è il presidente dei coltivatori di Villanuova.

Quando gli chiediamo se lavorare nel settore agricolo dia soddisfazione all’interno di una società ormai pesantemente industrializzata, Giuseppe ci risponde con semplicità. “Vivo a Villanuova e in paese l’agricoltura ormai è un’attività molto limitata…oltre alla mia azienda, la Cascina Ronchi, in paese esistono alcune realtà agricole purtroppo poco conosciute e molto piccole. Lavoriamo tutti con un guadagno limitato ma nel nostro piccolo siamo orgogliosi di riuscire a mantenere vivo qualche frammento di realtà agricola nonostante l’industrializzazione e la trasformazione di quasi tutti i terreni in proprietà edificabili. L’agricoltura è un settore che regala grandi soddisfazioni anche al giorno d’oggi, l’importante è dedicarvisi con passione e non fossilizzarsi sul numero di ore di lavoro necessarie e sul reddito. Ci vuole pura passione”.

Qualche progetto per il futuro dell’attività? “Al momento sono molto impegnato con il parto delle mie capre. Vivendo in una piccola oasi verde sto pensando di iniziare la coltivazione di alcuni ortaggi, come faceva mio padre, senza trascurare le capre naturalmente. Ho anche piantato alcune viti e sto lavorando per integrare il mio piccolo vigneto con gli ulivi. Mi piacerebbe che un giorno le mie figlie portassero avanti questa passione di famiglia, magari anche solo come hobby”.

Ringraziamo Giuseppe per averci raccontato questa storia, uno spaccato di vita agricola che riesce a sopravvivere anche in una società come quella odierna, basata sull’iper-produzione e sul massimo profitto.