Festa in Mali per l'inaugurazione dell'ospedale

Dopo tanto lavoro ecco il momento della festa. Una festa colorata, alla maniera africana, con danze e canti, ma anche con momenti ufficiali come la celebrazione di una funzione religiosa e i discorsi delle autorità civili.

Così è stato inaugurato l’ospedale di Kayes in Mali lo scorso 31 gennaio, costruito dai volontari del Gruppo Mali-Gavardo in soli tre mesi e finanziato da Cuore Amico.
Presenti alla cerimonia il presidente di Cuore Amico, don Armando Nolli, l'arcivescovo di Bamako, la capitale del Mali, mons. Jean Zerbo, e del vescovo di Kayes mons. Joseph Dao. A rappresentare le autorità civili maliane il sindaco della città e il Ministro della Sanità.
Al termine della funzione religiosa i volontari italiani guidati da Gabriele Avanzi, presidente del sodalizio gavardese, e da Nicola Bonvicini, coordinatore dei lavori del progetto, hanno consegnato le chiavi dell’ospedale al vescovo di Kayes, mons. Dao.

L’onore di inaugurare il presidio sanitario è stato affidato al ministro della Sanità e al vescovo locale.
La struttura consegnata alla chiesa cattolica del Mali, in favore di tutta la popolazione (i cattolici sono meno del 2%), è dotata di sala parto, nidi, sala operatoria, ambulatorio dentistico ed oculistico e sale per l’ecografia e la radiografia. Il nuovo ospedale-maternità con poliambulatori è formato da quattro fabbricati tra loro collegati in modo da formare una «E» ed ha ampi porticati e cortili, oltre ad un tradizionale gazebo che funge da «sala d’attesa» per i visitatori. Servirà una popolazione di oltre centomila persone e si prevedono, solo negli ambulatori, una cinquantina di visite al giorno.

La struttura è stata intitolata alla memoria di Stefano e Beatrice Bazoli, genitori del professor Giovanni Bazzoli, Presidente di Banca Intesa SanPaolo , che ha donato a Cuore Amico 5 milioni di euro, parte della sua liquidazione di presidente di Banca Intesa prima della fusione con SanPaolo Imi, con lo scopo di costruire cinque ospedali in Africa. Questo è il primo dei cinque.

Una grande soddisfazione per il Gruppo Mali-Gavardo che, con i suoi più di cento volontari, ha portato a termine un’altra impresa come da vent’anni ci hanno abituati. E siamo certi che non sarà l’ultima.

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