Due appuntamenti con Memorie di Terra

Due appuntamenti consecutivi (martedì 6, mercoledì 7 settembre) per Memorie di Terra, la sezione quasi interamente dedicata al teatro di Acque e Terre Festival.

Il primo, martedì 6 settembre (ore 20,30) è con la ormai famosissima “signora Maria”, alias Paola Rizzi, che a Odolo (piazza S. Maria Bambina - frazione Cagnatico, al Teatro Splendor, Piazza Avis in caso di maltempo) porta in scena la sua ultima fatica, Bella senz’anima. Divertente e mai banale, incisiva e lucida anche nella descrizione delle situazioni più rocambolesche, la scrittura di John Comini trova nuove strade per consentire alla bravura e alla versatilità di Paola Rizzi di compiere quella ricognizione nell’universo popolare gremito di figure mitiche che ci hanno svelato, nel corso di quasi dieci anni, la vita, le passioni, l’amore e l’amicizia delle nostre comunità. Un percorso che la regia di Peppino Coscarelli ha valorizzato con fulminei e repentini cambi di ritmo, tirate comiche e momenti di pura poesia.

Mercoledì 7 settembre (ore 20,30) tocca a Stefano Panzeri (Nuvolera - Cascina Gioia anche in caso di maltempo, Via Gavardina 14 - vicino al Mulino di Bedizzole, poco prima del ponte sul Chiese) proporre Terra Matta capitolo I.

Terra Matta, il libro da cui è tratto l’omonimo spettacolo, è una straordinaria autobiografia. Vincenzo Rabito, un ragazzo del ’99, l’ha scritta su una vecchia Olivetti in sette anni, tra il 1968 e il 1975, con una lingua orale, grezza, infarcita di “sicilianismi”.

Si tratta di un’opera monumentale: 1027 pagine a interlinea zero, senza un centimetro di margine superiore, nè inferiore, nè laterale. Un diario personale e al contempo un grande documentario, che restituisce la sensazione di vivere il “dietro le quinte“ di avvenimenti che segnano con la loro importanza la nostra storia. Il protagonista non solo cattura con la bellezza delle vicende, ma arriva a sfidare chi ascolta con le sue parole e la sua “presenza”, per via di una lingua che a volte diventa gramelot e con racconti straordinariamente avvincenti in cui si ride e ci si commuove.

Questa storia regala immagini vive e già teatrali sulla carta e mostra, con la franca saggezza popolare, l’essenza dell’italiano, il suo rapporto con lo Stato e con il bene comune, quel misto di eroismo e menefreghismo che ci contraddistingue spesso ancora come popolo. Andrea Camilleri l’ha definito così: Cinquant'anni di storia italiana patiti e raccontati con straordinaria forza narrativa. Un manuale di sopravvivenza involontario e miracoloso.

Ingresso libero e gratuito fino ad esaurimento dei posti disponibili.

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