Primo sì al referendum «secessionista»

La Valvestino sceglie Trento. In linea con la volontà popolare (l’80% degli abitanti ha sottoscritto la petizione per il referendum finalizzato all’annessione al Trentino), anche il Consiglio comunale del piccolo centro montano dell’Alto Garda ha deciso di intraprendere la strada dell’aggregazione amministrativa alla Regione Trentino Alto Adige.
La delibera, approvata con voto unanime, accoglie la richiesta avanzata dal comitato «Ritorniamo in Trentino», coordinato da Davide Pace, e sottoscritta da 151 residenti, che da queste parti rappresentano ben il 65% del totale dei votanti, addirittura l’80% della popolazione se si escludono i residenti domiciliati fuori provincia o all’estero. «In considerazione dell’ampio sostegno all’iniziativa dimostrato dalla gente - commenta il sindaco, Angelo Andreoli - l’Amministrazione comunale ha deciso di affrontare questa sfida. Sappiamo che la strada è lunga e tutta in salita, ma la volontà politica di andare fino in fondo c’è».
Prende insomma il via la complessa procedura tecnico-amministrativa per sottoporre a referendum, a norma dell’art. 132 della Costituzione, il quesito per il distacco dalla Regione Lombardia e l’aggregazione alla Regione Trentino Alto Adige. Il primo passo che il Comune dovrà compiere sarà quello di trasmettere la richiesta di una consultazione comunale all’Ufficio centrale per il referendum, costituito presso la Corte di Cassazione, che dovrà accertare la conformità della richiesta stessa alle norme dell’art. 132 della Costituzione e della legge.
Se questo primo passaggio avrà esito positivo il referendum dovrà essere indetto con decreto del presidente della Repubblica, su deliberazione del Consiglio dei ministri, entro tre mesi dalla comunicazione dell’ordinanza che dichiara la legittimità della richiesta (l’indizione del referendum può tuttavia essere ritardata fino a un anno). Nel caso di approvazione della proposta sottoposta a referendum, il ministro per l’Interno dovrà presentare al Parlamento il disegno di legge per l’aggregazione al Trentino. Questi i passaggi principali, ma il procedimento sarà infinitamente più complesso (si dovranno ad esempio sentire le due Regioni interessate per un parere di competenza).
In Valvestino sono comunque determinati a porre rimedio al sopruso subito nel 1934, a seguito del Decreto fascista che impose l’aggregazione della valle alla Provincia di Brescia contro la volontà della popolazione interessata, e soprattutto hanno ben presenti le possibilità di sviluppo economico ed i vantaggi che la Regione Trentino, e in particolare la Provincia autonoma di Trento, potrebbe offrire alla valle, magari cominciando dall’invocata realizzazione della galleria tra la Valvestino e le Giudicarie.
Simone Bottura dal Giornale di Brescia

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