06 Giugno 2016, 13.05
Vestone
Blog. Come se dis?

El mercàt de la Noza

di Tatiana Mora

Spostato da una piazza all'altra, trasformato nelle merci esposte e profondamente segnato dai meccanismi della globalizzazione, il Mercato più importante della montagna valsabbina, apre ancora ogni primo lunedì del mese


Il mercato della Nozza è sempre stato un'occasione di incontro e soprattutto di scambio importantissimo per i paesi della Valsabbia e non solo; di origini molto antiche, era emblematico come nessun altro mercato per le sue dimensioni e le opportunità commerciali che offriva a chi lo visitava.

La tradizione è ancora viva, tanto che, oggi come allora, il mercato si tiene ogni primo lunedì del mese.

«Caratteristica del Mercato di Nozza fu il commercio e lo scambio di bestiame fra i monti e la pianura oltre il commercio del ferro e delle pannine (filati), prodotte nel Savallese.
Il Mercato era sorvegliato da Deputati eletti dal Comune. Gli addetti alla gestione del Mercato ricevevano una mercede volontaria per i tridui e per i morti».

Si racconta che le mogli, per far tornare a casa presto i mariti che, andando al mercato, avevano l'occasione di incontrare degli amici e di alzare un po' troppo il gomito, dicevano che là avrebbero potuto incontrare un frate senza testa; finzione o realtà?

Ugo Vaglia, noto studioso valsabbino, a proposito dell'origine dei mercati valsabbini e soprattutto di quello di Nozza, scriveva:

«Al tempo delle irruzioni degli Ungari i monasteri provvidero a far costruire alcune rocche di difesa (Nozza, Sabbio, Bernacco, Vobarno) sulle strade valsabbine che, per secoli, assisteranno al passaggio di eserciti agguerriti e insolenti. Ed è in questo periodo, pur non sempre tranquillo, che si rianima la vita mercantile polarizzata sulla coltivazione del ferro.

Il primo settembre dell'anno mille si fonda il mercato di Iseo, quasi punto d'incontro fra la zona camuna e la città; il 26 novembre 1172 nasce il mercato di Montichiari, il 7 febbraio 1173 già funzionava il mercato nuovo a Brescia il cui “Statuto sulle tasse dei mercanti” fu decretato dai consoli nella basilica di S. Pietro de Dom il 13 gennaio 1180; probabilmente a quell'epoca risale il mercato di Vobarno ai confini tra la Valle Sabbia e la Riviera.

Lo statuto dei mercanti di Brescia
imponeva che nessuno dei cittadini pagasse per le merci e per le persone ripatico, tolomeo, pedaggio alcuni, od altri balzelli dell'età imperiale; con ciò il comune univa un altro atto decisivo per reprimere i segni di una combattuta feudalità dando nuovo ordine alle istituzioni fieristiche.

Anche a Gavardo, grosso borgo fieristico allo sbocco della Valle Sabbia, troviamo il mercato.
Un primo cenno del mercato di Gavardo si nota in una procura del 27 febbraio 1200 stesa “in domo Rampagii que est in capite mercati Gavardi”, il che fa pensare non certo ad una manifestazione sporadica ma a qualcosa di organico e di continuativo. Doveva essere anteriore al mercato di Montichiari (1172) con il quale presumo funzionasse da calmiere dei prodotti agricoli per le zone confinanti e quindi anche per la Valle Sabbia […]».

E il mercato della Nozza? A quando risale? Non è ancora possibile dare una risposta certa.
L'ipotesi è che affondi le sue radici nei secoli IV-VIII quando si iniziavano a rinnovare feste e sagre per volere dei Conventi che le consideravano importanti occasioni di convivenza civile ed economica.
Uno dei primi documenti ufficiali che attesta la sua esistenza si trova negli Statuti della Valle Sabbia del 1573 dove leggiamo «...Le bestie vendute in fiera, per qual difetto si voglia non si possono ritornar indietro, ne anche che le haverà compre possa pretender lesion di pretio...».

Consideriamo inoltre che dal Seicento al Settecento erano ben 43 le famiglie che avevano deciso di trasferirsi a Nozza da paesi vicini ma anche dalla zona bergamasca, trentina, milanese, dal Lago d'Iseo: probabilmente, in quei secoli, il mercato aveva assunto un'importanza notevole da un punto di vista sia economico che sociale e Nozza stava diventando sempre più l'epicentro della Valsabbia.



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