02 Maggio 2016, 09.55
Bagolino
Bande

La «Pras Band» conquista Bagolino

di Marisa Viviani

Grande entusiasmo e apprezzamento per il primo concerto in terra bagossa in occasione della festa patronale di San Giorgio della Pras Band, diretta dal maestro Stefano Bordiga


Ci teneva molto Stefano Bordiga, direttore della Pras Band, a tenere un concerto nella sua terra d'origine e il momento agognato è giunto in occasione della festa patronale di San Giorgio a Bagolino, quando la sua banda musicale si è potuta esibire presso il cinema-teatro parrocchiale davanti ad una platea numerosa.

«E' il nostro primo concerto in un teatro, noi siamo abituati a suonare all'aperto», ha specificato il maestro. Già, e si è notato subito quanto spazio sia necessario per alloggiare tutti i bandisti, solo 44 presenti sui 60 che abitualmente suonano in banda, ma sui circa 80 che costituiscono l'organico completo della Pras Band. Stavano infatti alle strette sul palco, ma sono riusciti a suonare ugualmente, rinunciando ad alcune animazioni che prevedevano spostamenti di tutta o parte della banda.

Per chi conosce il M° Bordiga è facile immaginare quanto potesse essere emozionato di tenere un concerto proprio a Bagolino, ma non è facile invece immaginarlo semi-immobilizzato su uno sgabello a causa dei postumi di una frattura ad un piede: sapendo quanto sia vulcanica la sua partecipazione alla direzione, hanno temuto tutti che quello sgabello si potesse rovesciare giù dal palco con esiti infausti.

«E' stata una sofferenza non potermi muovere più di tanto», ha infatti commentato alla fine del concerto, e forse è stato meglio così, avrebbe potuto cadere tutto il palco, non solo lo sgabello. Non è il prototipo del direttore di banda il M° Bordiga, né lo è il suo gruppo musicale. Lui sparato fuori da un cannone, la sua banda eterogenea, con moltissimi giovani e giovanissimi, perché il capo li fa suonare tutti subito; infatti a Bagolino c'era un'esordiente di cinque anni, al seguito del papà bandista, e non importa se con lo strumento ora più che suonare ci soffia dentro, impara subito a stare in mezzo agli altri, ad immergersi nel mondo della musica, ad acquisire una certa disciplina del collettivo. Già, perché potrebbero non apparire disciplinati dei bandisti, più che altro giovinicelli, che interloquiscono con il loro direttore durante il concerto, non vogliono suonare un certo brano, preferirebbero non eseguire l'ennesimo bis, ma poi quando il capo dà il via si mettono tutti in riga e suonano a dovere. «E' l'unica banda che fa il concerto come durante le prove!» Il M° Bordiga lo sottolinea con la sua solita vena di umorismo, e non potrebbe essere che in questo modo, perché è il suo stile. «Vi aspettavate un concerto così?» chiede, rivolto alla platea; gli spettatori sono sorpresi e divertiti per l'insolito rapporto instaurato.

«Voglio che il pubblico partecipi attivamente allo spettacolo, non sia spettatore passivo della musica, esprima anche le sue opinioni, parli con la banda, commenti; infatti qualcuno lo ha fatto questa sera e mi è piaciuto». Al termine del concerto Stefano Bordiga è gasatissimo e molto soddisfatto, e dovranno arrivare le due del mattino, suonando e cantando, per smaltire parte dell'emozione accumulata durante la serata. Il M° Bordiga non è un genere di persona distaccata e indifferente, per fortuna della musica e non solo di quella.

Il ruolo della Pras Band è infatti dichiaratamente sociale; lì ci vai sì per imparare a suonare uno strumento, ma soprattutto per apprendere contenuti significativi per la vita, per acquisire una capacità di comunicazione con gli altri, di stare dentro regole stabilite, di collaborare in un collettivo che ti riconosce come portatore di competenze e di valori, ti sostiene, e in cui ti riconosci, ricambiando alla pari lo stesso rapporto; impegnandoti personalmente e per il gruppo, ma anche divertendoti insieme agli altri. "La musica quale strumento di unione tra giovani e adulti e tra Paese e Paese", è il motto che non a caso campeggia infatti nella sede della banda.

Scopo sociale della banda, dunque, ma anche vita per la musica, linguaggio universale che unisce genti di tutto il mondo e forma mente e cultura soprattutto dei giovani, come dimostrano tanti allievi del M° Bordiga diplomatisi in conservatorio, alcuni dei quali assurti alla composizione e direzione di bande o orchestre. Ma anche di persone già avanti con gli anni che si sono avvicinate alla musica ed hanno imparato a suonare uno strumento, perché il nostro maestro accoglie tutti gli aspiranti bandisti, a qualunque età e in qualunque momento dell'anno. Insomma, nella
Pras Band si suona e ci si diverte, giovani e meno giovani insieme. Se, come si dice, il sangue non è acqua, non poteva che essere un successo allora quel primo concerto in terra di Bagolino, che il gusto per la festa e per la musica ce l'ha ben aggrappato al suo DNA, e Stefano Bordiga, trentino di cultura ma bagosso di origine paterna, deve averlo ereditato insieme ai cromosomi del papà, perché la musica è la sua vita e il divertimento un condimento essenziale per gustarla.

Così, si è capito subito che questa banda avrebbe trascinato il pubblico nell'onda di una musica accattivante, che non lascia freddi e immobili nelle poltrone, ma trascina e coinvolge. Tanto per iniziare la sigla della
Pras Band, quel Re Leone che la dice tutta da subito sul suo stile frizzante, e poi tanti altri brani di musica per tutti i gusti, dal pop al jazz, dal liscio al rock, alla musica da film, a classici d'autore, a trascrizioni per banda, agli inni, ecc., per concludere addirittura con due canti liturgici che saranno suonati nelle prossime feste della Madonna di San Luca. Insomma un cocktail di brani che ha accontentato tutti, anche se con una prevalenza di musica molto ritmica e moderna, che è stata assai gradita al pubblico giovane, ma anche ai più anziani che hanno seguito divertiti il concerto durato ben due ore.

E poi le tipiche originalità del maestro, come far dirigere
Signore delle Cime alla figlioletta di dieci anni, o farle suonare con la tromba il celebre brano di Sinatra My Way, tra l'entusiasmo degli spettatori sorpresi; per non dire delle animazioni di ballo e di movimento dei bandisti, che hanno vivacizzato i tanti brani interpretati. Apprezzatissima anche la voce della Mª Romina Faes, cantante, bandista e direttrice della stessa Pras Band, che canta con impostazione lirica e che riesce sempre a strappare grandi applausi con la sua melodia; ha diretto i brani introduttivi del concerto, come abitualmente nei concerti della banda.

Ciliegina sulla torta, come da definizione dell'amico Stefano Bordiga, la partecipazione imprevista del M° Riccardo Orsi, valente batterista di Ponte Caffaro e insegnante.
«Ha formato tutti i batteristi delle Giudicarie, della Rendena e qualcuno anche del Bresciano; da Storo a Pinzolo, 16 bande, tutti allievi suoi». Come del resto i cinque batteristi della stessa Pras Band, che si sono alternati con il loro insegnante durante il concerto, per la gioia del direttore Bordiga. Il quale ha avuto anche un'altra soddisfazione, avere finalmente tra i suoi bandisti anche due giovani di Bagolino, Jacopo al sax tenore e Andrea alla batteria, e chissà se in futuro anche qualche altro coetaneo affascinato dalla musica e dal clima che si respira in questa banda.

Soddisfatto per il buon esito della manifestazione musicale anche il parroco don Paolo Morbio, che ha ospitato la manifestazione musicale presso la struttura dell'oratorio. «Questa sera ce ne torniamo a casa tutti carichi di energia!», ha commentato, senza sapere che la fine dei concerti del M° Bordiga è sempre presunta: dopo quattro, cinque bis la banda si arrende per sfinimento, lui no; e non avendo più nessuno da dirigere trova sempre modo di mettersi a suonare con i suoi complici di nottate musicali, passando da una fisarmonica, a un trombone, a una tromba e a qualche altro strumento, tirando tardi, perché il tempo della musica per il M° Stefano Bordiga non finisce mai.

Nelle foto di Luciano Saia: alcuni ,omenti del concerto della Pras Band a Bagolino


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