05 Aprile 2016, 08.02
Odolo
Bimbi contesi

Solidarietà senza confini

di Ubaldo Vallini

Tutti insieme in preghiera a Odolo per dare un nome all'angoscia che sta attanagliando l'intera comunità, preoccupata per le sorti di una bimba di 5 anni strappata ai genitori affidatari senza ancora un perchè


Uniti nel nome di una bambina di 5 anni e nel tentativo di capire cosa le sia successo.
Odolo è un paese sconvolto, tanto che domenica sera erano in quattrocento a manifestare.
Una fiaccolata spontanea, organizzata col solo passaparola, dalla “moschea” alla parrocchia passando per la scuola materna, ambienti dove taluni considerano quasi un delitto quello che è stato consumato un paio di settimane fa.

Avevamo cominciato a scriverne prima di Pasqua, ma non è cambiato nulla: un’attesa che è diventata contagiosa angoscia per le mamme della Materna, le maestre, le donne e gli uomini della comunità odolese, ancora una volta unita senza distinzione di etnia o di religione.

Questi i contorni essenziali della vicenda, per quanto è dato di sapere.

Il 22 marzo i servizi sociali si sono presentati alla scuola materna, ente morale, muniti di ordine del Tribunale dei Minori di Brescia ed hanno prelevato una bimba di 5 anni, marocchina. La chiameremo Maria.
Maria era in lista per essere adottata.

La mamma biologica, Betty, anche lei presente alla fiaccolata di domenica, non aveva la possibilità di curarsi di lei e la piccina era da qualche anno in affido temporaneo presso una coppia di marocchini odolesi, Fatima e Abdul, entrambi cittadini italiani, che ne avevano anche chiesto l’adozione.

A nessuno dei tre, così ci dicono, era stato notificato l’ordine del tribunale, che sarebbe l’esito finale di una procedura di “adottabilità” imbastita a febbraio del 2014.

Nel frattempo però erano successi alcuni fatti: Betty ogni tanto arrivava da Milano e faceva visita alla sua bimba e l’anno scorso, di nascosto, l’ha portata con sé in Marocco.
A quel punto Abdul ha confessato alla moglie che in realtà Maria era figlia sua ed è partito per il Paese d’origine deciso a riportarla a casa.
Così aveva fatto, dopo aver riconosciuto ufficialmente la figlia davanti ad un tribunale marocchino.

Questo non sarebbe stato sufficiente a fermare la procedura avviata dal Tribunale dei miri di Brescia, non si riesce a capire perché.
E non si riesce a capire nemmeno come sia possibile che una bimba di 5 anni venga portata via alla famiglia affidataria, dove a detta di tutti veniva trattata “benissimo, come una principessa” di nascosto e senza neppure avvisarla.

Si capisce, invece, come questa vicenda abbia provocato scalpore nella comunità tutta di Odolo, dove le persone coinvolte si conoscono fra loro non perché sono marocchini oppure odolesi autoctoni, ma perché i figli frequentano la stessa scuola e per le numerose attività in comune organizzate una volta dall’Associazione culturale islamica Luce, un’altra dalla parrocchia o da Gruppo Mondialità.

Ecco perché domenica sera, davanti a tutto il corteo, prima con preghiere in arabo, poi con canzoni di fede cristiana, uno di fianco all’altro, si sono ritrovati l’imam di Vobarno Amed El Balazi ed il parroco di Odolo don Gualtiero Pasini.
Per capire che fine ha fatto Maria.



Commenti:
ID65451 - 05/04/2016 13:46:40 - (zine) -

Senza che mi aggrediate, rispettando il disagio che sicuramente sta vivendo la bambina, ma, il padre, secondo le normative vigenti in merito agli affidi, prendeva pure il contributo mensile riservato alle famiglie affidatarie ed i rimborsi spese?

ID65452 - 05/04/2016 14:25:50 - (snaf) -

si riesce a capire benissimo invece perchè una bambina di anche 5 anni venga presa da un famiglia che la tratta pure benissimo. Perchè quella è la famiglia affidataria e ciò non significa,anzi quasi certamente esclude che possa anche essere la famglia adottiva definitiva. Le liste sono cose separate con attese diverse e spesso nella lista degli affidatari ci sono coppie che non hanno raggiunto l'idoneità all'adozione, oltre che single, conviventi e altri soggetti che non hanno i requisiti per l'adozione. Il PAT è per definizione temporaneo, anche se nei fatti si può prolungare con rinnovo ogni due anni in mancanza di una famiglia idonea all'adottando. La lentezza del sistema adozioni italiano poi fa il resto. In tutto questo la volontà dei bambini non è considerata o si ritiene cmq che una famiglia scelta con maggior cura di quelle dell'affido sia il bene maggiore a lungo termine. Giusto o no è così.

ID65456 - 05/04/2016 14:40:40 - (snaf) -

Se poi il tribunale non ha considerato le carte del padre rivelatosi "tardivamente" naturale, ne darà spiegazione o trasformerà l'affido in una genitorialità naturale e potrà richiedere semmai la stepchild adoption la compagna, sempre se la madre naturale, che ad oggi viene ancora definita moglie, non si mette di mezzo. Non so se sia ex moglie nè se la nuova coppia sia sposata o meno, ma se non sono sposati da almeno 3 anni sono per legge inidonei all'adozione.

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