«Vittima» della burocrazia

Portata via perché ritenuta “adottabile” dal Tribunale dei Minori di Brescia. Fa niente se intanto il padre biologico, che prima l’aveva chiesta in adozione, l’abbia poi anche riconosciuta come figlia sua.
E neppure che la mamma biologica sia completamente d’accordo con lui.

E’ una storia dal sapore kafkiano quella che c’è dietro al prelievo forzato di una bimba di cinque anni dalla scuola dell’Infanzia di Odolo, senza che i genitori affidatari, marocchini d’origine, ma cittadini italiani, che già avevano dimostrato di potersene occupare nel migliore dei modi, ne sapessero nulla.

Ne abbiamo già scritto ieri, riferendo di una manifestazione messa in scena martedì da alcune mamme marocchine davanti alla scuola odolese.

Col passare delle ore sono arrivati anche alcuni chiarimenti: «E’ successo che si è conclusa una procedura di adottabilità iniziata nel 2013.
Per questo il giudice ha ordinato ai servizi sociali di prelevare la bambina, che ora è pronta per essere adottata» ci conferma l’avvocato Giovanni Migliorati, che si sta occupando dell’intricata vicenda per conto di Abdul e Fatima, i coniugi odolesi che ospitavano la bimba fin da quando lei aveva sei mesi d’età.

Il procedimento di adottabilità, sembrava si fosse interrotto quando la madre biologica, Ibtissam, che veniva a Odolo ogni tanto per ritrovare sua figlia anche se non era in grado di occuparsi di lei, l’aveva presa e portata di nascosto in Marocco.
Lì l’aveva raggiunta anche Abdul e in quell’occasione l’aveva riconosciuta come figlia sua, con tanto di ratifica del tribunale marocchino. Così la bambina aveva potuto tornare in Italia, regolarmente, con suo padre.

Inesorabile, il procedimento di adottabilità è però andato avanti ed è giunto a compimento senza che nessuno notificasse l’esito ad Abdul e a Fatima, perché per il Tribunale italiano loro non erano parte in causa, essendo stata ritirata nel frattempo la domanda di adozione.

Il risultato di questa mancata comunicazione, a quanto pare e per quanto giustificato dalle esigenze di cautela nei confronti di una minorenne, è che ora c’è una bambina di cinque anni in attesa di essere adottata, non si sa da chi, mentre c’è un padre biologico in grado di mantenerla, per altro in accordo con la madre biologica.

Un pasticcio insomma. E nel bel mezzo una piccolina di 5 anni.

«Stiamo cercando di fare in modo di fermare questo procedimento e alla luce dei nuovi documenti (il riconoscimento del padre) permettere alla bambina di tornare nella famiglia con la quale sta da cinque anni».

«Trattata come una principessa» aggiungono, ancora combattive, le mamme marocchine di Odolo.

.in foto: l'assembramento di martedì davanti alla scuola del'Infanzia

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