Dal Garda fino a Roma... a 6 zampe

Barbara Turra, 38 anni, di San Felice del Benaco, gestore dell’hotel Belvedere a Manerba del Garda, è andata a Roma, ma senza prenotazioni su Easyjet o veloci Frecciarossa: 770 chilometri a piedi, sull’antica via Francigena, sin dal Medioevo la strada che i pellegrini percorrevano per arrivare a S. Pietro.

25 chilometri e fino a 8 ore di cammino al giorno, per 30 giorni: tanto allenamento, ma soprattutto tanta forza di volontà, oltre al non scontato aiuto di cartine e strumenti digitali.

Non sono mancate le difficoltà: oltre al dolore, ai piedi, alle gambe e alla schiena, il non potersi mai riposare e dover preparare, durante i momenti di riposo nei rifugi, la tappa successiva.
Ma Barbara aveva anche qualche asso nella manica, un’amica speciale al suo fianco: oltre a una profonda motivazione spirituale, che l’ha spinta a compiere quest’avventura, il suo cane Minù, un Dogo argentino, ha camminato accanto a lei durante tutto il pellegrinaggio, dandole un incredibile sostegno.

La via Francigena o Franchigena fa parte di un fascio di vie che conducevano dalla Francia a Roma: costituivano una vera e propria rete di comunicazione europea sin dall’epoca medievale, e i pellegrini potevano scegliere quale percorrere a seconda dalla situazione politica dei paesi che dovevano attraversare, della stagione e del clima, delle loro credenze religiose legate alle reliquie dei Santi che avrebbero trovato lungo il cammino.

I pellegrinaggi a Roma nel Medioevo erano uno dei tre pellegrinaggi “maiora”, insieme a quello in Terra Santa e a Santiago di Compostela: l’Italia era quindi continuamente percorsa da pellegrini provenienti da ogni parte del continente europeo.
Il nome Francigena deriva dal fatto che furono i pellegrini provenienti dalla Francia, in età post carolingia, a cominciare ad accedere all’Italia attraversando le Alpi, tramite la Valle di Susa, invece che usare le strade consolari romane come tutti gli altri viandanti.

Il continuo passaggio di persone con culture e lingue diverse ha incredibilmente segnato anche i paesi e le tradizioni proprie dei luoghi attraversati, permettendo a mondi diversi di entrare in contatto e creare la base culturale, artistica e politica dell’Europa.

Dopo la riscoperta fama del Cammino di Santiago, ci si rese conto che anche in Italia si nascondeva un simile tesoro: la via Francigena, ricoperta dall’asfalto di autostrade e statali, è stata riscoperta grazie a molti appassionati, che hanno cominciato a segnare sentieri e percorsi alternativi e meno trafficati, cercando comunque di seguire il tratto originario, per quanto possibile.

Brava Barbara, che oltre a un’incredibile impresa portata a termine con tenacia e entusiasmo, ci ha fatto scoprire un’altra meraviglia italiana.
Speriamo solo che le Regioni interessate e le amministrazioni comunali dedichino altrettanto interesse a quella che può rivelarsi un’importante risorsa italiana.