Una lapide in ricordo di Pietro Chiminolli

A Condino il casato dei Chiminolli ha lasciato il segno, anche se da anni di quella famiglia non c’è più traccia. Ebbene, sabato scorso è stata scoperta una lapide all’esterno di quel palazzo di via Sassolo dove lo storico maestro Pietro Chiminolli aveva abitato. Un edificio riconducibile a Silvio e Domenica Galante Butterini e ora di Luigino.

A relazionare su Pietro Chiminolli, dentro una sala strapiena di gente, non poteva essere che lo storico locale professor Franco Bianchini, che con la sua solita semplicità ha raccontato e descritto il cosiddetto “Piero dei Merli”   come era sopranominato. Legato a Cesare Battisti ma anche ad Oreste Barattieri, pure lui condinese, ma all’epoca colonnello dei Bersaglieri a Cremona.

L’insegnante era nato il 18 aprile 1858 ed è morto l’8 marzo 1938 quando di anni ne aveva quasi 80. Fu segretario dell’Unione Stenografica Pavese, dove venne nominato poi docente. Nel 1897 sul giornale Alto Adige caldeggiò la necessità di congiungere Trento e Brescia con una elettrovia tra Giudicarie e Valsabbia.

 Era un docente di prima generazione ma che non condivideva la gerarchia tedesca tanto che spesso e volentieri fu richiamato all’ordine dalle autorità politiche austriache e ancora una volta minacciato di destituzione dall’Ufficio di Insegnante.

Agli impulsi del cuore nemmeno Chiminolli (quando aveva  28 anni) comandava e così cooperò alla fondazione della Pro Patria e poi Lega Nazionale mentre il 3 luglio 1886 partecipò all’inaugurazione del monumento all’Ossario di Monte Suello, tra Sant’Antonio e Bagolino (BS), a seguito del quale non solo fu richiamato all’ordine dalle autorità austriache e ancora una volta minacciato di destituzione, ma subì noie non indifferenti. “Una figura di cui i condinesi devono esserne fieri e orgogliosi” ha concluso Bianchini.

Invia ad un amico Visualizza per la stampa

Tag

Vedi anche