Ed ecco che arriva il «bullo on-line»

Vengono infatti definiti cyberbulli quei ragazzini con un’età compresa fra i 10 e 16 anni, apparentemente bravi allievi, con una competenza informatica superiore alla media.
Presentano però una forte incapacità a valutare la gravità delle azioni compiute online; agiscono maggiormente tramite la rete e hanno scarso senso di colpa sulle conseguenze dei propri comportamenti.

Il “bullo on-line“ utilizza le nuove tecnologie per: intimorire, molestare, mettere in imbarazzo, far sentire a disagio o escludere alcune persone.
La modalità utilizzata consiste nella diffusione di pettegolezzi attraverso messaggi sui cellulari, mail, social network; postando o inoltrando informazioni, immagini o video imbarazzanti, talvolta falsi.
O ancora può mette in crisi la soggettività di un coetaneo rubando l’identità e il profilo, o costruendone di falsi, al fine di mettere in imbarazzo o danneggiare la reputazione della vittima.

Spesso insulta e deride la possibile vittima con messaggi sul cellulare o mail, fino ad arrivare a offese esplicite sui social network o blog.
Può inoltre giungere ad affermazioni molto gravi, ossia minacce fisiche alla vittima attraverso un qualsiasi media.

Pertanto l’uso scorretto della rete porta a creare bulli non più solo nella realtà quotidiana, ma anche “on- line“.
Le vittime sono generalmente ragazzi o ragazze della stessa età, che non parlano di ciò che gli accade per timore di essere derisi ancora.
Il cyberbullismo inoltre per chi ne è preda, ha effetti negativi sul benessere sociale, emotivo e scolastico; produce ansia, sintomi depressivi e bassa concentrazione che può portate al calo del rendimento scolastico.

La vittima sperimenta una situazione di forte disagio e può giungere a compiere atti gravi rivolti verso di sé, fino a tentativi di suicidio.

Dott.ssa Annalisa Croci
psicologa e psicoterapeuta
Via della Ferrovia 13, Gavardo
www.ascoltopsicologo.it
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