Albero della Vita: da dove viene e qual è il suo significato?
di Mirella Prandelli
Al termine dell'Expo lo possiamo dire senza tema di smentita: il leit motiv dell'evento è stato l'ormai iconografico Al-bero della Vita
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Lo è stato sui social, con l'hashtag "orgoglio bresciano", la didascalia che ha accompagnato tutti i selfie e le fotografie di amici e parenti in gita; lo è stato sui media e sulle bocche di tutti perché, certamente, si tratta di una fra le installazioni che hanno colpito di più.
Ma questo Albero della Vita, da dove viene? Tutti sanno che è stato realizzato dal consorzio "Orgoglio Brescia": tra monumento, scultura e opera d'arte, si colloca al centro della Lake Arena, uno fra i padiglioni open air più ampi di Expo.
Insomma un vero successo: il Corriere della Sera online ha lanciato il sondaggio "Vota il tuo Expo" con Vivimilano, stilando la classifica delle meraviglie di Expo, sulla cui vetta sventola, ancora una volta, il nome "Albero della Vita".
Ideata da Marco Balich, direttore artistico di Padiglione Italia nonché produttore di grandi eventi, l'opera rappresenta la metafora del vivaio e affonda le radici (letteralmente) in uno dei periodi storico-culturali più ricchi e stimolanti d'Europa, il Rinascimento.
La chioma della scultura richiama la pavimentazione del Campidoglio di Roma, creata dal genio di Michelangelo.
Il disegno fu eseguito dopo il 1539, durante l'ultimo soggiorno triennale dell'artista, e realizzato tra il 1544 e il 1554.
Lo scopo della figura geometrica ad intreccio, inserita in un'ellisse, era proprio quello di dare una sorta di piedistallo al monumento di Marco Aurelio, posizionato al centro della piazza, in modo da conferirgli un'enfasi architettonica.
Quella dell'albero della vita è dunque un'ispirazione artistica, che dall'estetica, sconfina nel richiamo di un momento di splendore, alimentato dalla forza creativa della parte visionaria dell'Italia, oggi troppo spesso inquinata dalla sua parte più sterile.
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