A parlare, per ora, solo il genero

Non ha parlato. Il 76enne di Vestone accusato di aver sottratto 600mila euro alle zie, di averle abbandonate e così di aver provocato il decesso di una di loro, davanti ai giudici ha preferito il silenzio.

Agli atti invece sono finte le parole del genero, il 42enne marito della figlia che è accusato in concorso con lui di riciclaggio, per essersi fatto accreditare metà del tesoretto delle zie sul conto e avergliela girata in un secondo momento.

«La zia - ha detto riferendosi a Tullia Bagozzi - un giorno mi ha chiesto di accompagnarla alla banca di Storo, perché voleva farmi un regalo. Voleva dare soldi a me e alla madre di mia moglie. Ci ha regalato 100mila euro a testa, che abbiamo messo su un libretto di risparmio».
Per il pm Ambrogio Cassiani, e per gli uomini della Guardia di Finanza che hanno fatto i conti, quel denaro era molto di più. E soprattutto è stato carpito approfittando dell'avanzata età delle due donne.

Nel corso dell'udienza di ieri davanti alla Corte d'Assise, oltre al 42enne, sono stati sentiti altri nipoti delle due signore, decedute ormai da tempo. Tra queste anche la ex moglie del 42enne.

«Non è vero che le zie sono state abbandonate - ha sostenuto la donna - c'era sempre qualcuno pronto ad aiutarle, anche quando la badante non c'era».

Quanto ai soldi donati all'ex marito ha dato la sua versione: «Ne sono venuta a conoscenza solo in tempi successivi e la cosa non mi ha sorpreso. Le zie, del resto, erano affezionate al mio ex marito. Lui era di casa, si rendeva utile, le aiutava a tenere il giardino».

Il processo è stato aggiornato a novembre.
Le parti torneranno in aula l'11, mentre il 23 la Corte d'assise presieduta da Vittorio Masia, dovrebbe ritirarsi in camera di consiglio per decidere il destino dei tre imputati.

Fonte: Giornale di Brescia

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